Le Sentinelle in Piedi contro la legge Zan sull’omostranfobia e la protesta (social) di Nicolini (ArciGay)

Nonostante il caldo afoso, una cinquantina di Sentinelle in Piedi hanno sfilato in piazza Prampolini conto il progetto di legge Zan in discussione in Parlamento che prende il nome da Alessando Zan che l’ha depositata e che è volta a contrastare e prevenire le discriminazioni e violenze riguardanti l’orientamento sessuale, genere e identità di genere.

“Non risponderemo alle provocazioni e non risponderemo ai giornalisti”, hanno detto gli organizzatori all’apertura dell’evento leggendo il lungo comunicato stampa. Diciamo no a una legge che mira a istituire un nuovo reato, quello di omostranfobia, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno chiunque esprimerà un pensiero non allineato al mainstream”.
“La nostra presenza qui oggi è stata una testimonianza pubblica di libertà. Tante persone si sono fermate a guardarci, interrogate da un popolo ordinato e pacifico, il cui silenzio scuote più di ogni parola. Oggi abbiamo detto sì alla libertà di espressione e di coscienza che vorrebbero toglierci, sì al diritto di ogni bambino a crescere con un papà ed una mamma, alla libertà di educazione, di religione, di stampa, e soprattutto no alla legge bavaglio Zan. Ora lasceremo questa piazza, ma continueremo a vegliare nella vita. Pronti a scendere in piazza di nuovo se l’iter di questa legge non verrà fermato”.

La manifestazione si è svolta in contemporanea in altre cento città. A Reggio Emilia non ci sono state contestazioni, anche se, l’il Presidente di Arcy Gay Alberto Nicolini ha affidato ai social le sue riflessioni dopo un breve passaggio in piazza: “Oggi in centro a reggio – completamente ignorate dai passanti, una cinquantina di persone ben ben distanti, con cartelli contro il pdl di Alessandro Zan, che si propone di combattere le discriminazioni per identità di genere, sesso, orientamento sessuale e genere. La così detta “legge sull’omotransfobia”.
Non dicono nulla (a parte una introduzione iniziale che non si sentiva), pochi leggono libri, molti chattano al cellulare, occupano insomma una piazza contro una legge che li potrebbe riguardare solo in due casi: se sono persone vittime di discriminazione, oppure se promuovono la discriminazione. A voi intuire di che categoria si tratta.
Fa impressione perché a 50 metri da qua a dicembre, una ragazza trans di reggio è stata offesa in pieno giorno da due uomini aggressivi. Sarebbe meglio portare rispetto alle nostre vite, ma l’umanità non è obbligatoria.

Alberto Nicolini (Presidente Arcigay Reggio Emilia)

Tre anni fa il REmilia Pride attraversò questa stessa piazza con 15.000 persone colorate, allegre, orgogliose, che chiedevano a gran voce l’eguaglianza.
Tuttavia la legge non è scontata: il problema non sono queste sentinelle che sono in piazza grazie al proprio privilegio, ma la stragrande maggioranza indifferente.
Per questo con Arcigay Gioconda presto torneremo in piazza: per chiedere sostegno a una legge che aspettiamo dal 1989”.

nsr
(Foto di Fabio Zani)

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