Lavoro nero, carenze igieniche e bovini non registrati: sospesa attività agricola in Val d’Enza

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Parma insieme ai colleghi  in forza al Nucleo Ispettorato Lavoro di Reggio Emilia, a seguito di mirati controlli eseguiti negli allevamenti da animali e macelli hanno proceduto all’ispezione di un’azienda agricola della Val d’Enza riscontrando una serie di irregolarità tanto che l’attività imprenditoriale è stata sospesa.

Dal lavoro nero alla presenza di bovini non registrati passando per la carenza di condizioni igienico sanitarie: queste le principali  carenze riscontrate nei controlli congiunti dei carabinieri del NAS e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Emilia.

Nei guai è finita un’imprenditrice agricola 40enne di Reggio Emilia amministratrice dell’azienda agricola oggetto dell’ispezione. L’attività dei Carabinieri risale all’altra mattina  quando i militari, sulla scorta di una mirata attività informativa tesa a contrastare le fattispecie illecite correlate al lavoro nero e alla regolare tenuta degli animali da reddito, effettuavano un controllo presso un’azienda agricola  della Val d’Enza.

Nel corso dell’ispezione i NAS procedevano al sequestro amministrativo, con il conseguente blocco della movimentazione, di 76 bovini di cui 26 privi – in parte o totalmente – dei marchi auricolari identificativi- Sono state inoltre riscontare carenze igienico – sanitarie all’interno del deposito attrezzature per la mungitura i cui locali sono stati riscontrati bisognosi di interventi di sanificazione a causa della notevole presenza di ragnatele.

All’atto dei controlli i Carabinieri del nucleo Ispettorato del Lavoro riscontravano l’impiego in nero di un lavoratore su 3 pari a oltre il 30% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro. Ai sensi delle attuali norme di legge, l’attività aziendale veniva immediatamente sospesa dagli operanti.

All’amministratrice dell’impresa sono state comminate sanzioni per un importo complessivo di 17.000 euro.  Ora la ripresa delle attività dipenderà dalla stessa imprenditrice che dovrà regolarizzare i dipendenti impiegati in nero e pagare la relativa multa.

nsr
(Foto d’archivio)