Il leader della Cgil Landini propone azzeramento della riforma Fornero e nuova contrattazione inclusiva. #Video

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in occasione dell’assemblea generale della Camera del Lavoro che si è riunita nel pomeriggio al Centro Internazionale non ha risparmiato critiche al nuovo governo evidenziando la necessità di una riforma delle pensioni: “Nelle prime bozze di programma del nuovo governo Pd-5Stelle che sono circolate non c’è la riforma delle pensioni. Ma mettere mano alla riforma Fornero per cambiarla è una priorità. Chiediamo poi che i contratti nazionali abbiano un valore erga omnes e che vengano cancellati i ‘contratti pirata’: malattia, ferie, Tfr, maternità, infortuni e salario minimo siano uguali per tutti i lavoratori a prescindere dal rapporto di lavoro che hanno. La Cgil non ha governi amici. Che siano di destra, di sinistra o di centro”, ma li giudica “per quello che fanno e per i risultati che raggiungono per le persone che rappresentiamo”.

“Con il nuovo governo vorremmo discutere di una piattaforma che già abbiamo presentato. Visto che il premier è lo stesso, non può dire che non la conosce perché è sempre la stessa. Ci ha incontrato e ci ha detto: ‘Diteci voi cosa volete’. Glielo abbiamo detto due volte. La prossima volta deve essere lui a dirci cosa vuol fare. Se questo è davvero il governo del cambiamento e della svolta, penso che un lavoratore normale percepisce la svolta se, pagando meno tasse, gli aumenta il netto in busta paga. Ecco, quello sarebbe un cambiamento”.

Landini ha inoltre aggiunto: “Abbiamo avuto un incontro il 5 di agosto. Ci siamo visti alla presidenza del Consiglio. C’era il premier Conte con tanti ministri, ma ne mancava uno: Matteo Salvini. Voleva discutere con noi della legge di stabilità prima di farla. Conte ha detto che ci avrebbe riconvocato a settembre. Un uomo fortunato, perché può mantenere la promessa. Il giorno dopo, il 6 di agosto, il Ministro assente ha convocato 43 associazioni.

Non capivamo quanti governi c’erano visto che avevamo già incontrato Conte. Loro hanno parlato un’ora e tu avevi tre minuti di tempo. Io gli ho detto che trovavo singolare che ci avesse chiamato lì, ma che non si potesse discutere di quello che aveva fatto lui, tipo la vicenda dei porti chiusi. Gli ho parlato dello sblocca cantieri e lui ha replicato: “Guardi, io avrei subappaltato ancora di più”, al che gli ho risposto: ‘La capisco, perché mi conferma ciò che immaginavo, ovvero che lei non ha mai lavorato in vita sua in un cantiere’”.

“Il 7 agosto -prosegue il leader della Cgil- è andato dal premier Conte e gli ha detto che si doveva togliere da lì e l’8 si è incazzato, perché quello è andato in Parlamento ad aprire la crisi invece. Il giorno 9 ha detto: ‘Io voglio i pieni poteri”. Ha un significato preciso questa frase, perché quello che aveva i pieni poteri prima lo abbiamo mandato via con una lotta di Liberazione”.

nsr