L’amore ai tempi del Covid: due giovani reggiani si frequentano sul confine fra Reggio Emilia e Rubiera

Sara, 21enne di Reggio Emilia, studentessa alla facoltà di Giurisprudenza ed Edoardo, 23enne studente di Medicina e Chirurgia, si sono conosciuti circa un anno fa durante una spensierata vacanza estiva insieme ad amici comuni.
Un colpo di fulmine fece sbocciare l’amore fra i due giovani, cresciuto giorno dopo giorno, fatto di piccole e grandi condivisioni e sempre tanta voglia di vedersi, baciarsi e abbracciarsi.
Poi è arrivata la pandemia.

“L’abbiamo sempre vissuta nel pieno rispetto delle regole”, spiegano i due giovani, “perché è una cosa seria, che non va mai sottovalutata. Siamo stati attenti fin da subito a evitare contagi: mascherina, distanziamento e utilizzo del gel disinfettante costantemente. Anche quest’estate, quando i nostri amici pensavano che ormai il peggio fosse passato, molti di loro in compagnia abbassavano la guardia togliendo la mascherina e stando molto vicini. Una cosa che ci ha fatto decidere a malincuore di sospendere le frequentazioni con gli amici per un po’”.
“Che sia chiaro -ci tengono ad evidenziare Sara ed Edoardo-, non vogliamo fare i bacchettoni pensando di essere migliori, ciascuno fa della propria vita e quotidianità ciò che reputa opportuno, così anche noi, abbiamo la libertà di scegliere quando, come e dove frequentare le persone”. “Detto questo, però, se ci sono delle regole significa che qualcuno che ne capisce più di noi ha deciso cos’è meglio fare per la nostra salute. Nessuno desidera che il Covid si diffonda”.

Contagi in famiglia e affetti? “No, fortunatamente non ne abbiamo avuti, ma stiamo tutti attentissimi, anche i nostri genitori che svolgono lavori nei quali vedono gente”.

Ora però, con l’ultimo DPCM, la giovane coppia non può frequentarsi liberamente essendo impedito l’accesso a comuni diversi da quello di residenza, salvo per determinate ragioni che i due giovani non hanno. Quindi, come fare? “Innanzitutto ci teniamo ad evidenziare che ci sono cose ben più gravi rispetto allo stop di frequentazione forzata fra noi, basti pensare ai decessi e alle persone in terapia intensiva. In secondo luogo, sappiamo che ci sono persone che inventano accorgimenti per aggirare il Decreto perchè si sentono “in prigione” a rimanere nel proprio comune. Francamente, se lo facessimo ci sentiremmo un tot “sfigati”…”.

La giovane coppia ha quindi inventato un “metodo” legale e in parte singolare che suscita tenerezza: “Ci stiamo incontrando in un tratto della campagna, al confine fra Reggio Emilia e Rubiera. C’è il cartello che lo sancisce”.

Entrambi fanno regolarmente i test sierologici e, privatamente, si sono già sottoposti 2 volte al tampone: “Abbiamo prima chiesto all’Ausl se potevamo fare il tampone per poterci incontrare, baciare e abbracciare liberamente, ma, come immaginavamo, ci hanno detto che non era un motivo valido. Quindi l’abbiamo fatto a pagamento, ma che salasso… 110 euro! Cogliamo l’occasione per fare un appello” dite.. “Qualcuno obblighi i privati ad abbassare il prezzo del tampone, ci guadagnerebbero comunque”.

La storia di Sara ed Edoardo è riservata? “No, assolutamente” rispondono, “i nostri amici sanno tutto, subito ci prendevano in giro, ma abbiamo saputo che già un’altra coppia sta facendo lo stesso. Speriamo solo, nel caso si diffonda la pratica, che non si creino assembramenti sui confini fra i comuni reggiani:)”.

Marina Bortolani