“La scuola potrebbe guidare il nuovo ‘Rinascimento’ “. Di Gianluca Tortora e Alberto Bizzocchi (FdI)

Il confronto cui si è assistito sul tema della scuola durante questa lunga parentesi pandemica ha visto schierati il Governo centrale ed alcune Regioni con molti spettatori increduli: in primis gli alunni.
Nessun esponente della sinistra, da sempre presentatasi come forza politica paladina del mondo della scuola, ha espresso un’opinione: solo un assordante silenzio.
Poi alcuni genitori ed alunni, rispettosi delle prescrizioni anticovid, hanno avviato le proteste con occupazioni di plessi scolastici in numerose località della penisola, spesso alla presenza degli stessi docenti, disorientati e seriamente preoccupati per il percorso formativo e la crescita dei propri alunni.

Una preoccupazione che nella compagine istituzionale ha registrato la presa di posizione del Coordinatore del CTS (Comitato Tecnico Scientifico) per l’emergenza coronavirus: Agostino Miozzo, medico.

La più parte degli esponenti del Governo Conte bis, come spesso si è osservato, tuttavia si è soffermata su aspetti mediatici e non di merito: risulta infatti più conveniente promuovere banchi a rotelle che provare a discutere di come preservare la lingua italiana non solo nel nostro Paese, ma piuttosto promuoverla nel mondo; aggiornare proposte formative rispetto ad un modello che con tutti i suoi limiti è ancora in grado di formare, seppur a fatica, talenti.
Senza per altro aver presente che nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) l’Esecutivo dovrà orientare i fondi del Recovery Plan verso una delle seguenti aree prioritarie: istruzione e ricerca.

Un’opportunità unica per aggiornare programmi, investire in progetti, promuovere iniziative come la diffusione della lingua, l’italiano- bistrattato e persino dimenticato in alcune circostanze, nel mondo attraverso anche solo la musica lirica, genere made in Italy e veicolo straordinario di diffusione. Tutti ricorderanno quanto accaduto a gennaio scorso rispetto ai tamponi rapidi non ammessi in ingresso in Gran Bretagna, in quanto in lingua italiana e non inglese.

Dunque un PNRR che potrebbe vedere coinvolti per una volta anche gli studenti di maggior talento per poi proiettarli verso esperienze in siti o poli museali esteri in cui apprendere, fare esperienza e poter poi continuare la tradizione millenaria del nostro genio artistico in Italia. Diffondere ed accrescere conoscenze, facendo leva sulla presenza delle nostre Ambasciate, organizzazioni internazionali, missioni umanitarie in cui il talento e la generosità del nostro Paese è da sempre apprezzata e riconosciuta più che in casa nostra.

Purtroppo nulla di tutto questo sta accadendo, ma solo DAD (didattica a distanza).
Eppure a questo perverso modello estetico gli alunni si sono adattati: così come i docenti, seppur con più fatica, pur di non perdersi per strada gli alunni collegati a distanza. Ma può questa modesta immagine rappresentare la Scuola?

La scuola è invece luogo di crescita, confronto, formazione, prove, studio, assemblee, vita reale e non virtuale. Molti docenti e studiosi, quando i quotidiani li ascoltano, esprimono preoccupazione, scoramento per quanto è accaduto e per questo una generazione dovrà pagare a causa non solo della pandemia (ricadute psicologiche) ma di “buchi neri in formazione, esperienza, socializzazione” (Miozzo, al Corriere della sera 21 gennaio 2021).

I giovani sono alla ricerca di esperienze, modelli, guide che la DAD non è in grado di proporre perché chi supporta gli alunni nelle esperienze di crescita e nell’esplorazione di posizioni, pensieri sono i docenti, categoria ascoltata e corteggiata da sindacati e parti della politica in occasione delle votazioni o delle proteste, molto meno in occasione di discutere nel merito della scuola.
In questo anno si sarebbe potuto far crescere i giovani segregati in casa, coinvolgendoli in iniziative per contrastare la pandemia; per supportare o soccorrere i più bisognosi, così come in tempo di guerra è accaduto, responsabilizzandoli, integrandoli nella società che invece continuano a vedere come un contenitore per adulti.

Queste visioni si possono e si devono riservare soprattutto alle future generazioni senza tarpargli le ali come uccelli in gabbia: tornerebbe con prepotenza a rivivere la Politica, con idee, speranze, progetti, partecipazione, senza dover obbedire a giganti della globalizzazione economica che tanti disastri e miseria stanno seminando.

Mi viene in mente l’immagine tratta da Le Pètit Prince quando il Piccolo Principe incontra l’aviatore, una lezione per gli adulti che spesso dovremmo avere l’umiltà di rileggere e su cui poter riflettere.

Alberto Bizzocchi, Coordinatore Provinciale Fratelli d’Italia
Gianluca Tortora, Presidente del Circolo Culturale “G. Gentile” – Fratelli d’Italia –