“La scuola… in percentuali”. Di Mariarita Bortolani (Cisl Scuola)

Era nell’aria, ma fino all’ultimo pensavamo – tutti – di concludere questo anno faticoso e doloroso per molti, come ci eravamo organizzati, da qualche tempo. E invece, eccoci qui, a vivere anche la presenza al 70%, dopo il DL del 22 aprile, le note ed indicazioni successive. Abbiamo sperimentato il 100%, il 50%, la DAD, la DID e la didattica mista. Si perché capita di far lezione in presenza e collegarsi anche a distanza per chi è in quarantena.
Ormai non ricordiamo più quante volte è cambiato il nostro orario, di docenti, ma anche quello dei ragazzi, del personale ata, con un dispendio incredibile di energie e fatica dei dirigenti, collaboratori, delle commissioni orarie.

In molti abbiamo appeso in casa, salvato su smartphone, l’ultimo orario per non sbagliare, per ricordare. Ricordare che la lezione in dad ha un certo orario, che la classe entra alle 10, o esce alle 15, che l’aula x è occupata quindi mi devo recare nell’aula y, ricordare di tenere e far tenere le mascherine nel modo corretto, sanificare, igienizzarsi, ricordare che un appuntamento preso in precedenza deve essere annullato; un appuntamento qualsiasi, dal cambio gomme dell’auto, una visita medica, un impegno con figli, o nipoti….bisogna riorganizzare la vita, ancora una volta.
In aula docenti, alla macchinetta del caffè, all’ingresso, o all’uscita, ci si sfoga, ci si sostiene: siamo professionisti, siamo lavoratori responsabili, lo dobbiamo ai ragazzi, per quelli che stanno cedendo, per chi deve affrontare l’Esame di Stato, per chi nonostante tutto, ti accoglie e saluta con un sorriso.

Ma lo facciamo anche per noi, molto provati, stanchi, un po’ sfiduciati, rassegnati. Anche i ragazzi sono stanchi e con la sincerità e spontaneità che caratterizza l’età lo dicono: “prof. ma abbiamo ripreso le attività sportive! Io esco alle 8 di mattina e torno dopo le 16; Io faccio volontariato, ma con questi orari non si riesce”. “E le verifiche? Lo studio? “Non c’è solo la scuola! ”. Sono consapevole che hanno delle ragioni da vendere ma sia come persona adulta sia come docente di diritto ricordo loro – e a me stessa – che le norme si rispettano, anche se non se ne condivide la ratio.

Mariarita Bortolani (Segreteria Cisl Scuola, insegnante)