“La dittatura delle armi”, Pasquale Pugliese: “Viver come bruti anziché seguir virtute e canoscenza”

Note a margine dell’inchiesta giornalistica di Presa Diretta su “la dittatura delle armi”. Di Pasquale Pugliese

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza
(Dante Alighieri, Inferno, XXVI canto)

L’importante inchiesta giornalistica condotta dallo staff della trasmissione RAI “Presa Diretta” sul tema degli armamenti italiani mandata in onda su RAI3 lunedì 22 marzo ha di-mostrato a tutti in prima serata la questione essenziale che organizzazioni come l’Osservatorio sulle spese militari italiane (milex.org/) e la Rete Italiana Pace e Disarmo (retepacedisarmo.org/) documentano in maniera ineccepibile da anni: dove arriva quello che il presidente Eisenhower ha definito negli USA il “complesso militare-industriale”, mettendo in guardia dalla sua invadenza, viene condizionata fortemente la stessa democrazia.

E chi prova minimamente a fare da argine viene espulso dal sistema, come accaduto all’ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’uranio impoverito Gian Piero Scanu, intervistato dalla brava Giulia Bosetti nella trasmissione e ribadito dallo stesso ex parlamentare democratico su “il manifesto” del 27 marzo (“Il PD subalterno al complesso militare industriale”).
Ossia viviamo sotto “la dittatura delle armi”, come opportunamente è stata intitolata l’inchiesta giornalistica

E se, inoltre, pensiamo che alcuni componenti del Collettivo autonomo lavoratori portuali di Genova, indicati a modello nel 2019 anche da papa Francesco (“bravi! Un caso che ci insegna come ci si deve comportare”) per aver impedito l’attracco delle navi saudite con il loro carico di armi da riversare sullo Yemen, sono indagati dalla questura per lo stesso motivo e ricordiamo che – in verità – le azioni dei portuali erano impegnate a far rispettare la legge 185/90 che vieta la vendita di armi ai paesi in guerra, infranta – invece – da tutti i governi che lo hanno consentito, fino al blocco operato – finalmente – come ultimo atto del governo “Conte 2”, ne deriva che quel titolo non appare affatto esagerato.

Infine, a proposito delle cifre inaudite che il nostro Paese spende in armamenti, anno dopo anno distribuiti su più ministeri, snocciolate nell’inchiesta, se tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi quindici anni, invece di impegnarsi – per esempio – nell’acquisto ancora in corso di 90 cacciabombardieri F35 per complessivi 18 miliardi di euro (diciottomiliardi di euro!), avessero investito queste risorse nella messa in sicurezza di tutte le scuole, nella costruzione di altre scuole nuove e moderne, nell’assunzione degli insegnanti mancanti, nella drastica diminuzione degli studenti per ogni classe, oltre che nei trasporti pubblici e scolastici… Insomma, se il nostro Paese non fosse ultimo in Europa per investimenti sull’istruzione e, invece, tra i primi per spese militari i nostri figli e le nostre figlie non sarebbero sbattuti fuori dalle loro aule da un anno intero.

Ma preferiamo viver come bruti, armati fino ai denti, anziché seguir virtute e canoscenza. Pur celebrando, ipocritamente, i settecento anni di Dante Alighieri.

Pasquale Pugliese