La comunità di Via Petrolini ha festeggiato 10 anni: “Siamo tutti fuorilegge”

Sono già passati 10 anni da quel 1 dicembre del 2009, quando la comunità di San Luigi decise di portare la parrocchia in carcere e il carcere in parrocchia, avvicinandosi giorno dopo giorno alla realtà dei detenuti.

Il nome “Via Petrolini” ha origine dalla via dove al civico 8 c’era un appartamento che ospitava detenuti e giovani che con essi vivevano in comunità in un rapporto di condivisione, collaborazione e crescita reciproca, accompagnati nel percorso dalle famiglie della parrocchia. Successivamente l’esperienza comunitaria è stata trasferita nella canonica di San Luigi, dove ha sede tutt’ora.

Referente di questo bellissimo progetto cristiano è “il Don”. Il Don chi? “Ma il Don di via Pet!” rispondono con entusiasmo i giovani che vi abitano. Tutti lo chiamano così, quasi come se fosse un’istituzione, ma un nome e cognome esiste: si tratta di Don Matteo Mioni, cappellano della Casa Circondariale. Quando nacque la comunità di via Petrolini Don Mioni era vice parroco di San Luigi.

I semi gettati da Don Mioni hanno fatto germogliare e crescere progetti di vita importanti per chi li ha vissuti, portandoli sempre nel cuore e nel proprio bagaglio formativo e valoriale.

“Siamo tutti fuorilegge” è il titolo del libro, fatto di tanti racconti di coloro che hanno fatto un pezzo di strada nel percorso della comunità di via Petrolini e che si sono ritrovati tutti domenica sera condividendo la celebrazione della Santa Messa in san Luigi e una cena nei locali dell’oratorio fatta di gustose prelibatezze.

Nel libro ciascuno racconta la propria esperienza, ma il filo conduttore che lega tutti i protagonisti è il senso di comunità, “l’esperienza e la possibilità di conoscere Dio che, come un tempo si fece bambino povero e non accolto, ora si lascia incontrare in una persona che ha sbagliato, che viene dal carcere, che viene riconosciuta e accolta (Mt 25,36). E anche l’esperienza e la possibilità di conoscere l’uomo nella sua fragilità e insieme nella sua continua capacità di grandezza, uomo che nella persona dei detenuti e di chi li accoglie si riconosce sempre come OSPITE, perchè contemporaneamente bisognoso di accoglienza ma anche capace di accoglienza, in un’esperienza di famiglia che rivela a tutti che nell’umanità e nella carità…Siamo tutti fuorilegge” (dall’introduzione del libro “Siamo tutti fuorilegge”).

nsr

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