Inondazione in India, la testimonianza di Don Castagnetti, in missione dal 2009

Non se ne parla molto, ma a Kerala, nel sud dell’India, sono morte già 325 persone a seguito di una terribile inondazione causata dalle piogge monsoniche. Stando a quanto riportato dalla BBC, sono 220mila il numero degli sfollati, accolti in 1500 campi di accoglienza e centinaia le case distrutte o danneggiate dalle alluvioni o dalle frane. Circa 10mila chilometri di strade sono inagibili.

Il governo locale, per far fronte alla situazione d’emergenza ha messo in campo 12 squadre della National Disaster Response Force (NDRF), che comprendono circa 540 persone, in aggiunta alle 18 squadre già schierate, che affiancano i contingenti dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica messi a disposizione dal governo centrale per le operazioni di soccorso.

Nell’India inondata c’è anche Don Davide Castagnetti, fratello della carità di Reggio Emilia, che attualmente svolge l’incarico di aiuto parroco a Mulad–Mumbai. Coordinatore delle Case della Carità, Don Davide Castagnetti lavora insieme a fratel Paolo Santini nello Slum di Malade: oltre a sostenere le Case, soprattutto nel campo formativo, aiutano in parrocchia, offrendo anche, nella loro casa, un servizio di pronto soccorso per i casi più urgenti e disperati.

“Già da diversi giorni in Kerala la pioggia (in due giorni quella che viene in un anno), ha gonfiato enormemente le riserve di acqua e le 80 dighe presenti sono state aperte gradualmente per evitare cedimenti strutturali -spiega Don Davide Castagnetti-. Dighe fra le più grandi d’Asia. La diga di Idukki erano 26 anni che non la aprivano perché l’invaso permetteva di smaltire gradualmente l’acqua. Così i fiumi sono cresciuti e straripati creando forti disagi e morti. Sono finora segnalati più di 160 morti e qualche centinaio i dispersi. Più di 200.000 persone sono rimaste senza casa e la situazione non sembra migliorare. L’aeroporto di Kochi era stato chiuso fino al 18 agosto ma vista la situazione è stata estesa la chiusura fino al 26 agosto a causa di allagamenti che hanno compreso le piste e gli stabili dell’aeroporto stesso. I treni sono bloccati e così la metro di Kochi”.

“Abbiamo sentito le nostre comunità e stanno abbastanza bene -prosegue il sacerdote nella sua testimonianza-, anche se a Verapoly il fiume è tracimato ed è arrivato fino alla Casa e perciò i padri che si sono trasferiti altrove hanno chiesto alle suore di portare gli ospiti a Mamangalam che non ha finora avuto problemi. Così ora in casa sono 35”.

“In Verapoly l’elettricità è stata bloccata e perciò non funziona la pompa dell’acqua. E non ci sono scorte di cibo. Le case delle famiglie delle suore (sr. Mary, sr. Bridget, sr. Sheegiya sono originarie del Kerala) finora non sembrano in particolare pericolo, se non in parte i famigliari di sr. Bridget che vivono in un’area dove il fiume ha tracimato”.

“Per ora anche da qui non riusciamo a muoverci -conclude don Castagnetti- ma invitiamo tutti a pregare per il Kerala e per questo difficile momento”.

Anche la Casa della Carità “Marian Sneha Niwas” – arcidiocesi di Verapoly – nella Stato indiano del Kerala, è interessata dalle spaventose inondazioni che stanno colpendo lo Stato indiano: villaggi allagati, mancanza di energia elettrica, centinaia i morti, migliaia gli sfollati. Dal Kerala provengono le numerose religiose indiane di varie congregazioni, presenti nella nostra diocesi
Gli ospiti della Casa, dove sono presenti le suore carmelitane minori fondate da don Mario Prandi, sono stati evacuati perché costruita su un isola e portati nell’altra casa in città a Mamangalam.
La casa, aperta il 9 maggio 2011, è dedicata al 5° Mistero Glorioso “Maria Regina”, ha accolto il vescovo Massimo Camisasca nel corso della sua visita pastorale alla missione diocesana in India svoltasi dal 26 dicembre 2017 al 10 gennaio scorso. (foto 1 e foto 2)

Da Mumbay, dove nel 1980 è stata aperta la prima Casa della Carità in India, è arrivata a Reggio questo accorata richiesta di sostegno nella preghiera: “Carissimi, forse sapete già della situazione disastrosa del Kerala. Da domenica piove e ampie zone dello stato sono completamente allagate. L’aeroporto e’ chiuso, come tutte le altre vie di comunicazione. Interi paesi sono stati evacuati, anche per pericolo di smottamenti; ci sono diverse vittime. Per quel che riguarda la nostra famiglia a Mamangalam non ci sono problemi, mentre a Varapuzha l’acqua sta entrando in casa e gli Ospiti sono stati portati a Mamangalam. Chiediamo preghiere a tutti in questa situazione di grande sofferenza. Grazie”.

G.A. Rossi