Infanzia violata: condannato l’orco amico di famiglia che abusava di una bambina

Avv. Erica Romani

L’orribile vicenda è stata scoperta circa due anni fa da una mamma attenta e scrupolosa che controllava spesso lo smartphone delle figlia minore residente in un comune della provincia di Reggio Emilia ed avente un’età decisamente al di sotto dei 14 anni.

Una sera di circa due anni e mezzo fa la bambina disse alla madre che se avesse controllato il proprio cellulare si sarebbe buttata giù dalla finestra. La mamma ha quindi atteso che la figlioletta dormisse per visionare il telefono scoprendo tutto: salvate nel file “archivio” dello smartphone c’erano numerose immagini pornografiche di rapporti sessuali tratte dal web e screenshot di conversazioni “spinte” tramite messagistica intercorse fra la bambina e un adulto di 30 anni. Nello scambio di messaggi anche l’invito a voler baciare la bambina sulla bocca con la lingua inducendola ad avere gli stessi rapporti sessuali di cui le aveva inviato immagini.

Già questi comportamenti orribili delineano un grave reato penale (art. 81, 609 quinquies comma 2 cp), ma purtroppo non è finita qui. C’è un’aggravante che rende la vicenda ancora più torbida. L’uomo era un caro amico di famiglia di vecchia data, che frequentava regolarmente la casa della minore, con la quale ha pure condiviso vacanze al mare e giornate in piscina partecipando a giochi in acqua apparentemente innocui, mentre in realtà palpava la fanciulla in più occasioni.

Le sue attenzioni morbose iniziarono già durante le scuole elementari quando la bambina, su richiesta dell’uomo, gli aveva dato il suo numero di cellulare abituandosi a ricevere poi quotidianamente messaggi di buongiorno ed emotion piene di cuoricini e bacini fino al “ti amo” e messaggi erotici espliciti.

Per una bambina può essere piacevole ricevere attenzioni dall’amico di famiglia verso cui i genitori nutrono stima e affetto, ma quando il confine fra il complimento “sano” e la perversione viene consapevolmente superato da un uomo di 30 anni, per una bimba che ne ha decisamente meno di 14, può continuare ad essere normale e diventare inconsapevole preda di un orco travestito da amico di famiglia.

Dopo aver compreso la gravità della situazione, la mamma si è subito rivolta al legale di fiducia Avv. Erica Romani, la quale ha immediatamente depositato denuncia nei confronti del 30enne assumendo la difesa della bambina.

Fin dai primi momenti il Gip, dopo aver esaminato gli atti della difesa, ritenendo pienamente credibile la bambina, e avuti ulteriori elementi probatori, ha disposto il divieto di avvicinamento alla casa della minore e qualsiasi comunicazione con la bambina.

Successivamente il procedimento è durato circa due anni e mezzo e si è concluso il 3 giugno con la condanna da parte del Tribunale di Reggio Emilia a 4 anni e 6 mesi per l’uomo che ha violato l’infanzia di una bambina (ndr, per i reati art. 81 cp 61 n 11 609 quater n. 1 e art. 81, 609 quinquies comma 2 cp), oltre al pagamento delle spese legali e a un risarcimento per quanto patito dalla vittima.

Marina Bortolani