Inchiesta vertici Aipo, Cangiari (Europa Verde): “Situazione imbarazzante per un ente che dovrà gestire a breve 350 milioni di euro”

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Duilio Cangiari

La notizia rilanciata dall’ agenzia ANSA sul presunto coinvolgimento, in episodi di corruzione e peculato, del direttore di AIPO – Agenzia Interregionale del Fiume Po, Meuccio Berselli, da pochi mesi nominato al vertice dell’Ente dalla Regione Emilia Romagna e dalle altre regioni padane ed ex segretario dell’Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo), rappresenta una secchiata di acqua gelida nella stanza dei bottoni dell’Ente e su chi ha ricoperto per anni incarichi prestigiosi. Una carriera, quella di Berselli, a cavallo tra politica, ha fatto il sindaco e il consigliere provinciale, e incarichi importantissimi in Enti sovraregionali deputati al governo del territorio e delle acque: prima a capo della Bonifica Parmense, poi per un quinquennio a ricoprire la carica di Segretario dell’Autorità di Bacino del Fiume Po e infine, dall’estate scorsa, alla direzione di Aipo -Agenzia Interregionale del Fiume Po.

Inutile dire che la vicenda ha uno spessore mediatico e politico tale, da imporre una riflessione che vogliamo rendere pubblica.
Lungi da noi voler fare un processo mediatico ma non possiamo non rilevare come questa vicenda getti ombre molto pesanti sulla credibilità delle azioni e degli atti degli Enti sovraregionali AIPO come anche di AdBPo – nel periodo di presidenza del dott. Berselli.

Apprendiamo dalle agenzie di stampa che le indagini coinvolgono non solo il vertice dell’AIPO, ma pure importanti ingranaggi tecnico amministrativi dell’Ente, tanto da far supporre uno scenario in cui il veleno dei comportamenti illeciti, si sia insinuato in profondità e da tempo, forse anche in gangli vitali della struttura. Un Ente già al centro dell’attenzione della magistratura reggiana che sta istruendo un processo per individuare le responsabilità di quanto accaduto il 12 dicembre 2017, quando una massa d’acqua di 10 milioni di metri cubi, a seguito della rottura dell’argine del fiume Enza in sponda reggiana, si riversò sull’abitato di Lentigione, sommergendolo con la sua area industriale.

Vicenda che già ha gettato un’ombra inquietante sulla capacità operativa e previsionale di un Ente, l’AIPO, che come mission dovrebbe garantire la sicurezza idraulica di un vastissimo territorio costellato di centri urbani e poli industriali. A quella disastrosa vicenda, che vede il coinvolgimento di una parte della struttura tecnica, ora si somma l’indagine della Finanza che coinvolge il vertice di AIPO, con l’infamante accusa di corruzione e peculato.
Non possiamo non notare il grande imbarazzo dell’Assessore regionale all’Ambiente che ha chiesto al dott. Berselli di dimettersi dall’incarico di Direttore di AIPO , ma lo stesso, con inusuale protervia e arroganza ha respinto l’invito, non ha rassegnato le dimissioni, e si è più blandamente autosospeso dall’incarico. Una bella grana da sbrogliare per la Giunta regionale dell’Emilia Romagna e per l’Assessore all’Ambiente Priolo.
Un simile e inusuale comportamento suscita in noi grandi preoccupazioni sul futuro di AIPO e delle politiche regionali in materia. Come si pensa di uscirne in modo credibile visto che AIPO, nei prossimi mesi, dovrà gestire oltre 350 milioni di euro del PNRR in opere sul fiume PO.

Come cittadini chiediamo con forza che si faccia chiarezza e soprattutto pulizia. L’attenzione inoltre corre naturale ai cinque anni di segretariato all’Autorità di bacino del fiume Po, durante i quali berselli ha spronato l’AdBPo – Autorità distrettuale del fiume Po a definire i fabbisogni idrici dei territori reggiani e parmensi, facenti parte del bacino del fiume Enza. Per questo la regione ha affidato alla Autorità di Bacino del Po, la redazione di uno studio, costato ben 200.000 €, da cui è scaturita la proposta di progettare, al costo di 3,5 Ml di euro, la famigerata diga di Vetto. Opera per la cui realizzazione è stato recentemente stimato dalla stessa Autorità di Bacino un costo in oltre 450 Milioni di euro.
Ora è del tutto evidente come le notizie delle indagini in corso, sia per corruzione che per peculato, devono far scattare un allarme sociale e politico intorno ad un modo di procedere finalizzato a realizzare comunque opere pubbliche, sempre più grandi e costose, la cui finalità è quella di muovere ingentissimi capitali, trascurando volutamente le azioni che si potrebbero mettere in campo per raggiungere rapidamente gli stessi obiettivi, con costi infinitamente minori rispetto alle opere prospettate nella pianificazione sin qui elaborata.

Duilio Cangiari, Europa Verde Reggio Emilia