Inchiesta sui presunti abusi illeciti a Bibbiano, l’Unione Camere Penali attacca Presidente del Tribunale: “Dà per scontato l’esito dell’udienza preliminare”

Cristina Beretti, Presidente Tribunale Reggio Emilia

Non c’è pace nel Palazzo di Giustizia di Reggio Emilia. La Giunta dell’Unione Camere Penali non ha gradito il Decreto 91/2020 emanato dalla Presidente del Tribunale Cristina Beretti il 7 settembre 2020. Secondo la Giunta “Il Presidente del Tribunale di Reggio Emilia dà per scontato l’esito dell’udienza preliminare con un provvedimento organizzativo. Una previsione che getta nello sconforto le difese e pone in una situazione di grave imbarazzo il giudice dell’udienza preliminare”.
In un lungo e dettagliato documento i penalisti evidenziano le criticità sul provvedimento del Presidente del Tribunale di Reggio Emilia, con il quale sono state disposte alcune variazioni tabellari al fine di redistribuire il carico tra i giudici.

“La particolarità di tale provvedimento -spiega la Giunta dell’Unione Camere Penali- consiste nel fatto di essere motivato, tra l’altro, dalla circostanza per cui “nei prossimi mesi inizierà la celebrazione del complesso procedimento riguardante i noti fatti di Bibbiano”.
Il Decreto del Presidente del Tribunale “non solo fornisce la notizia che un processo non c’è ancora stato, ma che sicuramente ci sarà, al punto che il Presidente del Tribunale ha preparato quanto necessario perché ci siano i giudici del caso”.
“I difensori sapranno valutare adeguatamente quali conseguenze processuali abbia un simile provvedimento, anche sotto il profilo della precostituzione del futuro giudice dibattimentale. Alla Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane preme invece rilevare con grande amarezza come nella prassi quotidiana i più rilevanti principi a cui deve ispirarsi il processo penale siano in concreto ignorati”.

“Ritenere che una udienza preliminare possa sfociare unicamente in un decreto che dispone il giudizio e non invece in una sentenza di non luogo a procedere -concludono i penalisti, evidenzia non solo una concezione formalistica e sostanzialmente abrogativa di tale momento processuale, ma soprattutto l’assenza della minima considerazione per la funzione della difesa ed in ultima analisi della presunzione costituzionale di innocenza (leggi qui il testo completo del documento della Giunta delle Camere Penali).

Contemporaneamente anche il Collegio difensivo di Federica Anghinolfi, formato dal Prof. Avv. Oliviero Mazza e dall’Avv. Rossella Ognibene, esprime dubbi sul Decreto del Presidente: “La “proposta di variazione tabellare provvisoriamente esecutiva” adottata dal Presidente del Tribunale di Reggio Emilia in data 7 settembre 2020 è l’ennesima dimostrazione di come la grave situazione locale che si è creata intorno ai cosiddetti fatti di Bibbiano sia incompatibile con il sereno svolgimento del processo penale”. “Si tratta solo dell’ultimo episodio, in ordine di tempo, che nella sua anomalia denota un notevole pregiudizio negativo per gli imputati e, in particolare, per la nostra assistita.
La decisione del Presidente del Tribunale di Reggio Emilia si presenta particolarmente grave sotto due profili: anzitutto, viene pronosticata la sostanziale superfluità dell’udienza preliminare e l’inevitabilità del rinvio a giudizio dibattimentale, in spregio alla presunzione d’innocenza degli imputati e con oggettivo condizionamento della libertà di decisione del giudice che dovrà, invece, valutare in via preliminare l’operato del pubblico ministero; altrettanto grave è il tentativo dichiarato di modificare le regole tabellari per individuare il collegio giudicante, in violazione del principio costituzionale che impone la precostituzione per legge del giudice”.

“A fronte di tali palesi violazioni delle regole basilari del processo penale -conclude il Collegio difensivo-, ci riserviamo di assumere tutte le iniziative previste dalla legge per garantire la celebrazione di un giusto processo a carico della nostra assistita che deve essere messa in condizione di potersi difendere nel merito, contestando radicalmente la fondatezza delle accuse”.

Marina Bortolani @nextstopreggio

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