“Il tormento di Tantalo” e la felicità irraggiungibile nei quadri di Anna Barbara Olszewska

Il tormento di Tantalo”, la finezza nella scelta del titolo della mostra di Anna Barbara Olszewska ispirata al “Supplizio di Tantalo” porta già in sé l’essenza di un’artista raffinata. “Il termine “tormento” è meno forte”, spiega Anna Barbara mentre ci illustra l’esposizione presso la sede della Cgil di Bibbiano curata da Antonio Coppola, segretario della Lega bibbianese.

La realizzazione di una mostra d’arte fra le mura di un sindacato (ndr, dal lunedì al venerdì ore 8.30-12.00 fino al 31 agosto) è stata fortemente sostenuta da Coppola che sulle porte d’ingresso ha voluto incidere un messaggio chiarissimo con una scritta rigorosamente rossa: “Camera del Lavoro di Bibbiano. Non solo servizi, ma anche cultura”.

Stilista d’Alta Moda con la passione della pittura, Anna Barbara Olszewska è un’artista poliedrica che ha successo in entrambi i settori. Ma mentre i suoi abiti venduti in tutto il mondo (ndr, è da sempre stilista di punta al fianco di Mariella Burani) sono caratterizzati da tocchi unici di freschezza ed eleganza, capaci di intercettare il medesimo gradimento di più generazioni, nei suoi quadri il filo conduttore è la malinconia.

Tantalo nella mitologia greca era il re di Sipilo, figlio di Zeus e per questo veniva invitato alla mensa degli dei. Un giorno, durante un banchetto, rubò il nettare e l’ambrosia, fonti dell’immortalità, causando l’ira e la punizione degli dei, che lo incatenarono a un albero di frutta vicino a una cascata d’acqua fresca. Da quel giorno, quando Tantalo si avvicinava ai frutti e all’acqua, questi si ritraevano impedendogli di mangiare e bere. Un vero e proprio supplizio, che nei quadri di Anna Barbara prendono la forma del tormento per una felicità irraggiungibile.

I protagonisti della sue tele respirano infatti la felicità, la sentono vicina e ne sono affascinanti, ma non la raggiungeranno mai.

In alcuni quadri quel tormento prende le forme della morte. Ma è una morte anomala, che guarda dalla finestra una contadina in meditazione appoggiata al davanzale, o che balla un tango con una donna misteriosa con gli occhi chiusi tutt’altro che dormienti, anzi… si percepisce netta la sfida, fra la morte infelice e il coraggio di una donna forte che, nonostante le avversità della vita, vuole raggiungere la felicità.

Quegli occhi chiusi è come se segnassero una linea di demarcazione, un confine oltre al quale chi in fondo all’anima crede ancora nella felicità non vuole andare. E alla morte dipinta non potrà che rimanere il ricordo di un ballo intenso, ma fugace.

Marina Bortolani, @nextstopreggio