Il presidio dei ribelli reggiani “Contro la cementificazione di 15 ettari di terreno in città, di cui un terzo di proprietà della Curia”

Si è svolto questa mattina in piazza Prampolini un presidio di protesta organizzato dal Gruppo Locale reggiano del movimento internazionale per la giustizia climatica, ecologica e sociale Extinction Rebellion “contro la cementificazione di 15 ettari di terreno, di cui più di un terzo di proprietà della Curia”.
Al presidio hanno aderito e partecipato altre sigle, tra cui Friday For Future di Reggio Emilia, Reggio Città Aperta, Cittadini per Viale Umberto.

“La nostra intenzione -hanno detto i partecipanti- è quella di mantenere viva l’attenzione su un tema che, partendo dal consumo di suolo, va a toccare gli attuali insostenibili modelli economici e di sviluppo, la vivibilità delle città e del territorio ed ogni altro possibile tema ambientale, ecologico e sociale, oltre ad evidenziare una palese ed insostenibile contraddizione nella saldatura tra il potere politico ed economico locale, ed alti esponenti di un’istituzione religiosa che, per definizione, dovrebbe occuparsi di ben altro”.
“Ci rivolgiamo a un comune che “se ne lava le mani” parlando di diritti acquisiti su cui non può più intervenire, dichiarandosi così impotente ed incapace di tutelare la salute e l’ambiente dei propri cittadini, ma direttamente a chi, detenendo più di un terzo della proprietà dei terreni, potrebbe bloccare l’ennesima cementificazione, se solo attuasse quelle che sono le parole ed i valori di un santo ecologista e di un papa che ne porta il nome. Ma ci rivolgiamo ai cittadini, perché si uniscano alla nostra ribellione, contro questo ed i tanti altri disastri che un sistema politico ed economico tossico, stanno causando alla nostra Casa Comune”.

“Sopravviviamo -hanno evidenziato i manifestanti- all’aria più inquinata d’Europa, abbiamo interi edifici e palazzine abbandonati o mai abitati, ma tutto deve continuare come se niente fosse, auto, parcheggi, cemento, supermercati, case. Business as usual, e la curia reggiana, in questo business ci sguazza”.

“Non biasimiamo nè incolpiamo singole persone, ma esponiamo e denunciamo le responsabilità del sistema tossico, dei cui condizionamenti sono vittime; e riconosciamo il grande valore delle parole del Papa, in cui tanti cattolici si identificano pienamente. Intendiamo infatti inviargli una lettera in cui vogliamo raccontargli cosa succede a Reggio Emilia e chiedergli di richiamare al rispetto della “The Economy Of Francesco” chi invece, tra gli alti esponenti della sua Chiesa, persegue il liberismo più sfrenato”.

nsr
(Foto di Fabio Zani)

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