Il Presidente del Tribunale Caruso scrisse post contro Referendum. CSM archivia il caso

Era fine novembre 2016 quando l’allora Presidente del Tribunale di Reggio Emilia Francesco Caruso “osò” scrivere il proprio pensiero circa il Referendum costituzionale in corso, sul profilo della propria pagina personale Facebook, luogo virtuale rivolto agli amici, dedicato appunto alla pubblicazione di riflessioni personali.

L’allora Presidente del Tribunale si espresse a favore del “No”: “Se passerà il Sì avremo un’altra Costituzione – scriveva Caruso nel post –. Si tratta di un atto di forza. Una maggioranza spuria e costituzionalmente illegittima non può cambiare la Costituzione trasformandone l’anima, rubando la democrazia ai cittadini. I sinceri democratici che credono al Sì riflettano. Nulla sarà come prima e voi sarete stati inesorabilmente dalla parte sbagliata, come coloro che nel ’43 scelsero male, pur in buona fede. Chi vorrà spiegare la riforma ai ragazzi, dovrà dire che questa riforma è fondata sui valori ‘del clientelismo scientifico e organizzato’, del voto di scambio, della corruzione e del trasformismo”.

Fra i circa 200 amici che ebbero accesso all’amicizia virtuale del Magistrato, qualcuno decise di rendere pubblico quel pensiero. Non che Caruso avesse alcunchè da nascondere (ndr, fatta salva l’indipendenza della Giustizia è composta di uomini e donne che in quanto tali, non solo possono errare, ma possono liberamente nutrire simpatie o antipatie politiche, e Caruso già in passato aveva criticato pubblicamente scelte del Governo riguardanti il sistema giudiziario), ma a seguito di quel post il comitato di Presidenza del Csm, ne trasmise una copia al Procuratore Generale della Cassazione e alla I Commissione consiliare per valutare eventuali profili di incompatibilità funzionale e, nel caso, provvedere a un trasferimento d’ufficio.

Oggi il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, pur strigliando Caruso, in quanto “ha espresso dichiarazioni che per un Magistrato non possono non apparire fuori misura e prive di equilibrio”, ha emesso Sentenza definitiva archiviando il caso: “Non esistono i presupposti per l’apertura di un procedimento per incompatibilità ambientale o funzionale -si legge nella decisione del Plenum-. “Le dichiarazioni, per quanto inizialmente veicolate su un quotidiano locale, non hanno in realtà riguardato il contesto territoriale, ma un evento nazionale, né vi erano significativi riferimenti alla situazione politica locale e ad esponenti locali. Non vi è quindi ragione per ritenere che tali dichiarazioni abbiano potuto e possono tuttora radicare una situazione di incompatibilità ambientale”.

Marina Bortolani, @nextstopreggio.it