Il Prefetto incontra le comunità ortodosse della provincia nell’ambito del Progetto FAMI

Formulare una strategia di costruzione di dialogo interculturale e interreligioso tra Istituzioni, comunità religiose e società civile nella provincia di Reggio Emilia attraverso la partecipazione istituzionale delle comunità migranti del territorio e il rafforzamento dell’azione di mediazione sociale delle Istituzioni: sono questi i principali obiettivi dell’incontro avvenuto ieri, giovedì 13 gennaio, in Prefettura con Marwa Mahmoud, Consigliere comunale di Reggio Emilia e rappresentante della Fondazione Mondinsieme, Gianluca Grassi, Comune di Reggio nell’Emilia – Città Internazionale e Progettazione europea – e i referenti di sei comunità di fede ortodossa operanti nella provincia di Reggio Emila.

L’incontro è stato organizzato nell’ambito del progetto FAMI “Strategie interculturali per costruire coesione sociale” che vede la Prefettura come capofila e l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Centro interculturale Mondinsieme e la Fondazione E35 come soggetti partner.

«Il progetto – ha spiegato in apertura il Prefetto, Iolanda Rolli – nasce dall’esigenza di conoscere, capire e comunicare le criticità, i bisogni e le potenzialità del territorio reggiano sul tema dell’integrazione dei migranti, specie quelli di seconda generazione. Affrontare il malessere dei giovani che sono stati e sono, tuttora, tanto colpiti dall’emergenza pandemica e dalla conseguente mancanza o limitazione di spazi fisici ed educativi di interazione e di crescita significa dare priorità alle cittadine e ai cittadini di domani».

Il primo passo, dunque, sarà quello di creare un luogo di incontro, confronto e dialogo permanente tra le Istituzioni e le comunità di diverse confessioni religiose che, rappresentando un punto di riferimento per i fedeli, possano percepire in modo più efficace e più tempestivo una serie di fenomeni quali il disagio giovanile, l’emarginazione sociale e le dipendenze di ogni genere.

In particolare, la provincia è contraddistinta da una pluralità di centri e chiese di fede ortodossa dalla forte connotazione nazionale, nati dal fenomeno della migrazione economica e dei ricongiungimenti familiari: è emersa, pertanto, la necessità di un momento di conoscenza e di confronto con i loro referenti, al fine di individuare i rappresentati provinciali che, insieme agli esponenti di altre confessioni religiose, andranno a costituire il Tavolo di dialogo interreligioso.

«Il Tavolo che verrà costituito all’interno di questa Prefettura – ha concluso il Prefetto – sarà uno strumento importante di aiuto nel rafforzamento della coesione sociale della provincia: ci darà gli occhi per immaginare percorsi di inserimento, crescita e sviluppo per tante comunità, tante famiglie e tanti giovani che vivono e rendono dinamico questo territorio».