“Il misterioso restyling di Piazza San Prospero”, di Isabella Albertini (FI)

Nella Reggio Emilia del partito democratico interventi urbanistici pesanti sul tessuto esistente hanno sconvolto equilibri consolidati tra il patrimonio architettonico più antico e gli edificati novecenteschi; quel piano per la Città Storica anni ‘96-’99 dell’architetto Maria Cristina Costa, confluito nel piano regolatore comunale, che aveva individuato precise aree con edifici incongrui da riqualificare è scomparso dalla bussola delle ultime Giunte, animate da una visione per la Città Storica che si stenta a definire in termini concettuali e stilistici, e per la quale l’abuso sapiente della propaganda lavora incessante a copertura del vuoto culturale e progettuale.

Basti pensare a Piazza della Vittoria, ai Chiostri di San Pietro, a Piazza Gioberti, a Piazza Roversi, già piazza del Cristo, ai progetti di ristrutturazione di Porta Castello e Viale Umberto I e di ‘restauro’ della Reggia di Rivalta e del pertinenziale Giardino Storico. Trattasi di decisioni calate dall’alto senza approfondimenti rigorosi da un punto di vista della storia, della tradizione dei materiali e dei costumi di aggregazione sociale, che paiono più determinate dal desiderio di spesa, o meglio sperpero, di risorse proprie e/o finanziamenti pubblici.

Così nel caso del Cantiere Estense, il progetto turistico culturale promosso dal Ministero per Beni e Attività Culturali e Turismo per riportare a nuovo splendore edifici e luoghi legati alla Famiglia d’Este, che con riferimento alla antica Reggia e pertinenze appare interpretato senza rigore scientifico né con riqualificazione dei servizi pubblici offerti: invece di un nuovo polo museale dedicato avremo una caffetteria e un giardino pubblico attrezzato!
La “Deputazione di storia patria per le antiche province modenesi” ha scritto una lettera durissima al Ministero competente, alla Soprintendenza e all’Istituto Centrale per il Risorgimento contro il cantiere che ha interessato l’obelisco di piazza Gioberti e, più recentemente, in ordine all’intervento sul Viale Umberto I, ove ha contestato ancora la carenza di istruttoria storica e un intervento di trasformazione con ‘mano libera ai progettisti’ esprimendo preoccupazione sul restauro degli obelischi e delle due fontane.
Altre critiche si sono levate in consonanza.

Il prof. Cadoppi co-autore di una pregevole pubblicazione proprio sui documenti storici della Reggia di Rivalta e promotore di due articolate presentazioni-dibattito nel 2019 dei progetti di recupero del Giardino Storico e dell’edificio Ala sud della Reggia, ha di recente sottolineato il percorso tribolato di revisione del progetto di recupero del Giardino, che dalla prima proposta (surreale eppur vittoriosa del bando!) è addivenuto -non senza faticosi successivi rilievi esterni – a una versione più rispettosa, ma comunque non ottimale del recupero filologico previsto nelle linee guida della Carta di Firenze del 1981 o Carta dei Giardini Storici.
Nè deve trascurarsi che anche la previsione di una balaustra nel progetto di restauro (o ristrutturazione?) dell’edificio Ala sud della Reggia, laddove non è mai stata, appare una trasformazione troppo ‘libera’ di un manufatto che per quanto rimaneggiato nei secoli dovrebbe conservare un aspetto ‘antico’, e pertanto o vien consolidato così come si presenta oggi, o lo si recupera come si presentava in origine: non è data questa terza via di compromesso che appare un ‘falso storico’.

In tale scenario desta preoccupazione il riserbo sul restyling di Piazza San Prospero di cui si parla dall’estate 2017, ma di cui non si è visto progetto, che sarebbe al vaglio della Soprintendenza, dove speriamo incontri l’opposizione e la fermezza dovute: la Piazza dei Leoni costituisce il cuore pulsante dell’esagono e un intervento di manutenzione straordinaria da 750.000,00 euro difficilmente si concreterà nel mero riordino della pavimentazione esistente.

Isabella Albertini

Preliminarmente ai lavori di intervento tecnico sulle tubature in essere e al rifacimento delle pavimentazioni la Soprintendenza archeologica ha richiesto l’esito di trincee archeologiche per verificare quanto custodito dal sottosuolo in prossimità del livello romano, e qualcuno sussurra che lo scavo oggi rapidamente ricoperto di terra e asfalto nasconda il ritrovamento di un mosaico di epoca romana; poiché le archeologhe presenti sul cantiere hanno vietato documentazione fotografica dello scavo, anche a chi scrive, c’è da presumere che la notizia sia fondata.

Ora, se è così, ci si chiede, i lavori in programma verranno realizzati comunque!?! Negli altri interventi sulle piazze hanno gettato 20-25 cm di calcestruzzo come fondo, arrivando -luserna compresa- a un massetto di cemento di 40 cm; come verranno garantite la documentazione, la conoscenza, la fruizione pubblica futura e la conservazione di reperti archeologici così importanti, che alcuni storici avrebbero attribuito a una antica villa romana? Siamo in tanti cittadini appassionati custodi dei tesori dell’arte, della cultura, del patrimonio storico artistico architettonico e archeologico locale: vogliamo chiarezza immediata sulle intenzioni della Giunta e su questo ritrovamento, non permetteremo anche la cementificazione di Piazza San Prospero.

Isabella Albertini, vice coordinatore provinciale di Forza Italia e fondatore del comitato Difendi il Centro Storico