“Il mio J’accuse alle fighe di legno arzâne”. Intervista allo scrittore reggiano Pier Francesco Grasselli. Il nuovo romanzo “Tromba Daria”

La nostra città, con i sui personaggi celebri, le sue macchiette, le sue tare e le sue fisime, è dipinta a colori vivacissimi nel nuovo esilarante romanzo di Pier Francesco Grasselli, “Tromba Daria”. Con “Tromba Daria”, dove Daria è una vera e propria femme fatale, lo scrittore reggiano torna a far ridere.
Sulla scia di “Ho scaricato miss Italia” e di “Fanculo amore” (entrambi editi da Mursia), “Tromba Daria” è una storia d’amore e di sesso, piena di gag sui rapporti tra gli uomini e le donne, sulla vita a Reggio Emilia, sul conflitto fra sessualità e misticismo. Questo spassosissimo lavoro di Pier Francesco Grasselli può esser considerato il “sequel” di “Fanculo amore” (Mursia 2009), già ambientato nella nostra città come molte delle opere dell’autore. Il romanzo è già disponibile su Amazon.

Quarta di copertina:So benissimo che Daria non fa per me, che è troppo stronza, troppo furba, troppo sexy perché possa essere una buona compagna. In effetti, è proprio il genere di donna da cui bisogna girare alla larga – il genere di donna che irrompe nella vita di un poveretto come una tromba d’aria. Purtroppo non riesco a togliermela dalla testa.

Chi è Pier Francesco Grasselli? Nipote prediletto del conte Carlo Palazzi Trivelli, figlio del notaio reggiano Federico Grasselli e della contessa Bianca Maria Palazzi Trivelli, Pier Francesco Grasselli è l’autore della scandalosa trilogia «maledetta» composta dai romanzi L’ultimo Cuba Libre (Mursia, 2006), All’inferno ci vado in Porsche (Mursia, 2007) e Vivere da morire (Mursia 2010), dei romanzi Ho scaricato Miss Italia (Mursia, 2008) e Fanculo amore (Mursia 2009), della raccolta di poesie Sempre meglio che lavorare – Donne, solitudini e cocktail (Poesie 1998-2018) (thedotcompany editore) e della monumentale opera illustrata, in cinque volumi, La Ricerca di Sé stessi (Amazon). Segnalate dalla critica come «Romanzi cattivi» (Panorama) e «Ritratto di una generazione» (Libero), le sue opere si sono imposte per l’originalità dello stile narrativo e la durezza delle vicende che raccontano. Info: www.pierfrancescograsselli.com

NextStopReggio l’ha intervistato.

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Grasselli, con “Tromba Daria” racconta ancora di una Reggio da ridere che farà sicuramente discutere. Come e perché nasce questa sua ultima opera?

A volte – spessissimo in realtà – quando scrivo sento il bisogno di far ridere… e rido io stesso un sacco. Non a caso, in tutti i miei libri (persino nella “Ricerca di Sé stessi”, il cui titolo serioso può trarre in inganno), mi abbandono a saltuari accessi di comicità, a volte dai toni piuttosto trash). “Tromba Daria” (lo si capisce già dal titolo) è un libro che ho scritto divertendomi moltissimo e allo scopo di far divertire i lettori, anche se poi, qua e là, ho trattato temi di una certa profondità. Del resto, che cosa vieta di dire la verità ridendo?

I suoi romanzi, pur parlando di temi “accesi”, non risultano mai volgari, nemmeno per il lettore più sensibile.

Grazie. È un complimento, e lo apprezzo. In effetti anche quando scrivo degli atti più scabrosi e licenziosi cerco sempre di farlo in modo ironico… o di buttarla in ridere, senza cadere nella volgarità. Fa eccezione, forse, solo qualche passo della trilogia, in particolare di “L’ultimo Cuba Libre”, il cui tema d’altronde richiedeva un approccio diverso e più duro.

Il titolo del romanzo è già tutto un programma: se dovesse spiegarlo a un lettore ingenuo cosa direbbe?

Daria è la femme fatale del romanzo, di cui il protagonista a un certo punto si invaghisce. Daria appartiene alla schiera delle “profumiere” e darà molto filo da torcere al nostro eroe (il mio alter-ego, molto ego e poco alter, ah ah), che per giunta esce da una fase della vita molto particolare. In effetti, come è scritto nella quarta di copertina, Daria è il genere di donna fatale che fa irruzione nella vita di un poveretto, rivoltando quella vita come un calzino. Esperienze del genere sono spesso traumatiche (parlo per esperienza), anche se talvolta illuminanti e sicuramente, quando finiscono, catartiche. Ma conosco anche uomini che ci sono rimasti in mezzo, per così dire.

Ancora una volta, l’ambientazione è Reggio Emilia. Mentre viveva a Roma ha scritto “La Ricerca di Sé stessi”, un romanzo sempre molto vivace, ma più riflessivo. Poi torna a Reggio e scrive “Tromba Daria”. E’ la reggianità a ispirarle l’approfondimento di storie con una forte componente sessuale?

Forse perché la reggianità frustra la sessualità, sicché quando sono qui sublimo la libido nei miei scritti. Non a caso, stavolta, le reggiane sono nel mirino, a causa del bizzarro e irritante fenomeno (riscontrabile a Reggio Emilia più che altrove nell’intera regione e, oserei dire, nazione) del “tiraggio”. In questo libro fornisco, romanzandone gli aspetti, un’analisi sociologica molto approfondita del fenomeno suddetto. Si può tranquillamente dire che “Tromba Daria” è il mio J’accuse alle fighe di legno arzâne.

Le reggiane, spesso protagoniste dei suoi romanzi e quindi a lei non indifferenti, devono evidentemente avere una marcia in più…

Pier Francesco Grasselli

L’avrebbero sicuramente, se non fossero sovente affette da un’ottusità e da una chiusura mentale molto provinciale -sto generalizzando, certo- che sconfina spesso nella maleducazione. Ricordo che anni fa, non appena tornato da Roma, abituato quindi a tutt’altro andazzo, rivolsi la parola a una sconosciuta che sedeva accanto a me in un famoso caffè del centro storico. Ebbene, questa simpaticona mi ignorò completamente e platealmente. Anche quando riprovai ad attaccare bottone, finse di non sentirmi, non si voltò nemmeno a guardarmi, al punto che mi venne il dubbio d’aver vicino una sordomuta. Invece no, ci sentiva benissimo. Era solo reggiana. Rimasi traumatizzato… e scrissi di getto “Tromba Daria”.

Reggio Emilia a suo avviso com’è cambiata in questi anni?

La società -mi riferisco soprattutto alle nuove generazioni- sta cambiando, si sta facendo più aperta e meno provinciale… ma anche più superficiale. Questi giovani leggono pochissimo e passano troppo tempo sui telefonini. Vale la pena di menzionare il trabocchetto degli (a)social network? La bellezza della città, eccetto certe zone come piazza Fontanesi e piazza San Prospero, è diminuita per la drammatica mancanza di gusto estetico dei nostri amministratori, che ristrutturano le piazze rendendole anodine, tristi, fredde, insignificanti, spianatone di cemento prive di carattere che danno la malinconia. Per esempio piazza della Vittoria, con i suoi innumerevoli paletti ad altezza genitali e i fari stile campo da calcio – davvero un bel modo per valorizzare il teatro Ariosto, fra l’altro.

E il Pier Francesco scrittore?

Quello cambia da un giorno all’altro. Nemmeno io riesco a tenergli dietro!

Da “fighetto del centro” dei tempi in cui scaricò Miss Italia (ndr, il titolo di una delle prime opere di successo di Grasselli) a scapolo d’oro reggiano: dai social emerge che la popolazione femminile l’adora. Quale tipo di donna potrebbe conquistare il cuore di Pier Francesco Grasselli?

Eddai con ‘sto fighetto del centro… che poi non era nemmeno così anche se mi rendo conto che certe mie sparate un po’ provocatorie possono aver dato questa idea. In realtà credo che la gente abbia fatto confusione tra l’autore e i personaggi dei suoi libri. La mia donna ideale? Chissà.

Marina Bortolani, @nextstopreggio