Il grido di dolore in piazza delle realtà culturali e dello spettacolo: “Si riaprano i luoghi di cultura! La chiusura impatta sulla vita dei cittadini aumentando spaesamento, paura e solitudine”

E’ stata molto partecipata l’iniziativa che si è svolta oggi pomeriggio in centro storico organizzata da ReteTeatraleRE, la rete delle scuole di teatro reggiane che conta più di duemila tra soci e corsisti, in occasione della giornata mondiale del teatro.
Piazza Martiri del 7 luglio era allestita come una vera e propria platea di un teatro, con posti numerati che sono stati assegnati a ogni partecipante per garantire distanziamento e rispetto dei protocolli anticovid.

Scopo del presidio è stato quello di sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni rispetto alla situazione attuale di grave crisi del settore teatrale e culturale.
La giornata mondiale del teatro è stata un’occasione per ribadire la necessità della cultura all’interno di una società che si voglia definire democratica. “Cultura non è decorazione, ma una decisiva “funzione che concorre al progresso materiale e spirituale della società”, così come recita l’art.4 della nostra Costituzione e di cui “La Repubblica promuove lo sviluppo” come recita l’art. 9”, evidenziano gli organizzatori.

“Con la cultura non si mangia (di tutto)” era il titolo della manifestazione “rubato” dalla campagna di manifesti lanciata da MaMiMò e Collettivo FX nella scorse settimane. 

La realtà che hanno aderito alla manifestazione erano: Centro Teatrale MaMiMò APS, NoveTeatro APS, Teatro dell’Orsa APS – Casa delle Storie, On Art – Teatro San Prospero, Compagnia Teatro del Cigno APS, Quinta Parete APS, Sipario aperto ass. Teatrale, ARS ventuno centro delle arti APS e ASD, ArsComica, Centro Teatrale Europeo Etoile APS, Fnil Bus Theater, Patty Garofalo Liberamente Teatro, Maria Antonietta Centoducati – Circolo degli Artisti “L’artificio”, AltrArte ASD, Matteo Carnevali Teatro, APS Spazio EffeBi 19 – Francesca Bianchi, Ass.ne Le Rane APS, Compagnia Circolabile, Ass.ne Teatrale Sipario Aperto, Ass.ne Culturale 5T

Così recita il manifesto redatto dagli organizzatori “Da più di 12 mesi il mondo della cultura, come molti altri settori con i quali siamo solidali, vive una grave situazione di crisi a causa dei continui stop alle attività dovuti alla pandemia. Il mondo del teatro vuole dare il proprio contributo al rallentamento dell’epidemia da Covid-19 e si è dotato anch’esso di tutti gli strumenti necessari al distanziamento sociale e alla sanificazione per lo svolgimento delle attività in sicurezza.
Eppure quando i contagi si alzano i luoghi della cultura devono chiudere, mentre altri settori dell’economia procedono nel normale svolgimento delle loro attività.
Perché? La conseguenza di questa scelta è grave. Impatta concretamente sulla vita dei cittadini aumentando il senso di spaesamento, paura, solitudine dovuti alla riduzione delle relazioni sociali e alla chiusura dei presidi culturali, luoghi di incontro e benessere psico-fisico per le persone.
Con questa manifestazione la ReteTeatraleRE, che da mesi porta avanti un lavoro di sensibilizzazione ai pericoli di tale situazione, si vede ancora una volta unita per affermare che i cittadini hanno diritto alla cultura e tutte le categorie di lavoratori hanno il diritto al lavoro.
Poiché la pandemia si protrarrà per diversi mesi ancora e impatterà per altri mesi sulle attività teatrali, chiediamo alle amministrazioni comunali, regionali e al governo che si impegnino affinchè il capitale culturale generato negli anni nei territori non vada disperso e si trovino le adeguate strategie affinché il mondo della cultura possa riprendere il proprio ruolo di servizio pubblico garantendo così il rispetto dell’articolo 9 e dell’articolo 4 della Costituzione.”

Con la cultura non si mangia. La presenza in piazza di realtà culturali, lavoratori dello spettacolo e liberi cittadini serve per dire che con la cultura, invece, si mangia. Il teatro è un’impresa culturale e come tale deve essere riconosciuto. La cultura rappresenta un mestiere per 8 milioni di italiani che dunque rientrano appieno nel sistema economico del paese. Questi lavoratori hanno il diritto di lavorare come gli altri.

Con la cultura non si mangia (di tutto).  La cultura non è un elemento decorativo in una società, ma una componente essenziale all’interno di una struttura democratica: stimola il pensiero, aiuta ad allargare i limiti del proprio sguardo, genera dialogo, facilita l’incontro e quindi tutela il pluralismo delle idee. 

nsr
(Foto di Fabio Zani)

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