Il giorno di Luciano Ligabue a Reggio Emilia, nell’Arena “che non è mia”, specifica il rocker. 103mila fan in delirio

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Da quando si è iniziato a parlare dell’Arena eventi a Reggio Emilia ho sentito diversi commenti quali ‘è l’Arena di Ligabue’. Vorrei specificare che non lo è”, ha detto il rocker durante la conferenza stampa prima dello spettacolo.
“Ho condiviso però sin da subito il sogno di Maio (nedr, il manager Claudio Maioli) e la mia volontà di aiutarlo in questo progetto, perché lo condivido, ma ho sempre messo in chiaro che tutto l’aspetto che riguarda le relazioni con altre realtà, come la politica, non mi competono. Io faccio un altro lavoro”.
Detto questo Luciano Ligabue ha però evidenziato di “non poter negare che questo è uno spazio a cui tengo un bel po’ e sono felice di inaugurarlo questa sera, ma non ho mai pensato di fare nemmeno il direttore artistico di Rcf Arena”.

Ligabue sprizza felicità in ogni parola per il suo ritorno sul grande palco, dal vivo: “È una mancanza che faccio fatica a parole; ciò che mi ha aiutato a sopperire a questa cosa è stata la scrittura del libro (ndr, “Una storia”, edizioni Mondadori), un’occasione per rivedere tutto quello che avevo fatto e vissuto prima che il covid impedisse a noi tutti di guardare al futuro. Poter condividere ricordi, srotolando il nastro di questi 62 anni in tempo reale, passo per passo, è stato rigenerante, soprattutto nel momento in cui dovevo stare appunto lontano dal palco”.
“Avevo il bisogno di dire quella frase che canto nel ritornello e che dice ’abbiamo vinto noi’ e avevo il bisogno di dirla anche qui, insieme al pubblico, con la speranza che rispondesse cantando con me, in coro”.

Poi si avvia verso il concerto dell’anno a Reggio Emilia, davanti a 100mila fan in delirio, molti dei quali in città già da giorni, e una volta salito sul palco si lascia andare a un grido di gioia:”Era ora! Questa volta abbiamo proprio vinto noi!”.
Alle 21,00 il rocker dà inizio al concerto con il suo nuovo singolo, mentre Claudio Maioli issava sul palco la bandiera della pace con un messaggio ai fan, ma non solo: “Dopo due anni in apnea, finalmente abbiamo tolto il tappo”.

Luciano Ligabue inizia a scaldare la serata con “Balliamo sul mondo” e “L’odore del sesso”, poi entra Loredana Bertè, che coglie l’occasione per sensibilizzare contro la violenza alle donne con una confidenza toccante: “Ci sono tre tipi di violenze: psicologica, mentale e fisiche. Io le ho subite tutte e tre. A 16 anni sono stata massacrata di botte. Ogni 6 ore c’è un femminicidio e io adesso “ho smesso di tacere” “, titolo del suo singolo.
Riprende la scena il rocker, con “Marlon Brando è sempre lui” con il manager Claudio Maioli, con il suo immancabile grembiule, un caffè per Luciano e una t-shirt del BarMario che sul retro riporta la scritta “Io non sono un pacifista, io sono contro la guerra. Gino Strada” ricordando l’amico e tutti quelli che hanno condiviso un pezzo di strada con Luciano Ligabue in questi anni: “Ve l’ho fatto un regalo, no? – dice il Maioli rivolgendosi ai fan- e allora voi fatemi vedere le luci del vostro telefonino”. Ed ecco che il campovolo di Reggio Emilia è un pullulare di luci di smartphone che simulano un campo di lucciole.
Poi è l’arrivo di Eugenio Finardi a duettare su ’Musica Ribelle’, Gazzelle con ’L’Amore conta’ e De Gregori con ’Buonanotte all’Italia’. Infine che duetta sul singolo “A modo tuo” scritto per lei dal nell’album “L’anima vola”.
31 canzoni, 3 ore di musica live che echeggia nell’aria reggiana per chilometri e 103mila persone che seguono il Liga in delirio. Il finale, inevitabile, con il botto: tanti fuochi d’artificio in cielo e la soddisfazione per il successo di una serata indimenticabile.

Unica pecca, la viabilità: Reggio Emilia forse non è ancora pronta per affrontare eventi di questo tipo. Il traffico è rimasto bloccato per ore nelle zone vicine al campovolo, ma non solo, anche sulla via Emilia che porta a Parma e Modena, il traffico è stato fortemente rallentato.

nsr
(Foto di Fabio Zani)