Il Covid fa sparire i sapori… tranne quello del Lambrusco. Parola di Massimo Montanari, contagiato dal virus

Massimo Montanari

Massimo Montanari è un personaggio noto a Reggio Emilia: con la sua socia Eugenia Dallaglio organizza numerose iniziative formative in città e in provincia dove il protagonista è l’asino. Recentemente hanno dato vita a “Ciucodoro”, una casa editrice dedicata all’asino, che promuove l’utilizzo dell’animale per scopi educativi (leggi qui).
In questi giorni Massimo Montanari è in isolamento in quanto è stato contagiato dal Coronavirus.
“Il Covid c’è e si sente. Dopo 5 giorni, indebolimento, malesseri vari e soprattutto mancanza di gusto. Papille gustative messe alla prova e impossibilitate a sentire i sapori del cibo”, ha spiegato agli amici sui social.
Poi la condivisione di quella che definisce “Una scoperta a mio avviso sensazionale che potrebbe essere utile ai ricercatori e medici”: il palato di Montanare riesce infatti a sentire solo il sapore del Lambrusco. “Covid, non sei riuscito ad annientare il Divin succo baciato dal Dio Bacco in estasi performante che esala meraviglie, perché il Lambrusco è oltre. Quindi C. Punto 19… siamo io contro te, tu pensi di, battermi…ma il Lambrusco sarà dalla mia parte!”.
Un modo simpatico che sdrammatizza anche la situazione di una pandemia che ha colpito lo stesso Massimo Montanari.

“Il Covid ha una capacità enorme di cambiare quelle abitudini che giornalmente riempiono la nostra vita -spiega inoltre Montanari contattato da NextStopReggio-; gesta quotidiane che sembrano effimere, ma in realtà costituiscono un importante vivacità e ricchezza di contenuti. Portare il cane a spasso, fare la spesa sono elementi di socialità perché si incontra qualcuno con cui scambiare un semplice saluto, chiacchiere che portano a quell’abbraccio virtuale, ma che esercita una pressione positiva”.

Massimo Montanari con uno dei suoi asini

Cosa manca particolarmente in questo momento di isolamento forzato? “Mi manca la vita di quartiere -ha risposto-, ogni giorno a San Maurizio, tra il forno, la posta e altri esercizi commerciali, ci sono sempre persone con cui scambi un saluto e i pensieri della giornata; sono quelle piccole cose che dipingono il quadro della vita. Ma mi mancano molto anche gli asini: ho lasciato da sola la mia socia ad accudire i nostri 18 amici dalle orecchie lunghe. Questo naturalmente mi dispiace molto: mi manca l’aria della campagna della stalla e quel quotidiano vivere assieme agli asini”.

“Ma il Covid è anche un nemico silenzioso e pronto ad aggredirti in modo subdolo -evidenzia Massimo-; ti fa vivere un’incognita e un’ansia continua: la respirazione affannosa è un segnale d’allarme che ti mette psicologicamente in allerta; non ti senti tranquillo, perché, se peggiora, sai benissimo che le conseguenze saranno pericolose. Un macigno presente”.

Oltre al sapore del Lambrusco che il Covid non ha sconfitto, ci sono altri risvolti interessanti? “Sì, certo, la vicinanza delle persone: passo ore al giorno al telefono con amici e conoscenti che chiedono lo stato di salute, fare quattro chiacchiere aiuta psicologicamente ti senti meno in quarantena come se il cellulare fosse il sostituto della piazza. Una panchina virtuale, ma che è megafono di voci che ti avvolgono.
In questi momenti i social sono per me luoghi di incontro e di sollievo. Ho sempre ribadito che se utilizzati bene possono essere un ottimo luogo per espandere socialità e soprattutto la capacità di tenere alto il morale. L’ironia la voglia di scherzare sono elementi che mi aiutano a stare meglio.
Dicevano che “una risata li seppellirà”… io credo che una risata ci manterrà “vivi””.

Marina Bortolani