“Il bello che ci appartiene”, il pittore reggiano Romani illumina la Notte Europea dei Ricercatori a Chieti con una mostra da oggi fino al 12 Ottobre

Raccontare un luogo – scriveva Giovanni Raboni – è molto di più che descriverlo, ma dipingerlo è molto di più che raccontarlo, qualcosa come descriverlo, raccontarlo e sognarlo insieme, nel tempo brevissimo e incancellabile di un solo gesto, di un’unica emozione.

Le cronache, gli approfondimenti, i reportage televisivi, i social, ci mostrano quotidianamente il volto degradato di molti luoghi che, offesi dalla scelleratezza umana, diventano emblematici spazi di un errato concetto di modernità.

Il Dipartimento di Lettere, Arti e scienze Sociali, dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, per la Notte Europea dei Ricercatori 2019 ha voluto con la mostra del pittore Maurizio Romani, tutta incentrata sulla percezione del paesaggio, porre l’accento sul ruolo che l’arte assume nel trasferirci un sapere che ha a che fare con il concetto della sostenibilità, che è concretezza di coscienza culturale ed anche, necessità di una bellezza che certamente appartiene a tutti noi. Una bellezza che ha bisogno di essere difesa e attestata perché riferisce le peculiarità di un luogo, i suoi aspetti particolari e, al tempo stesso, la sua totalità spirituale che l’arte, come specchio della visione ci restituisce.

Magnifico pittore dello sguardo che partecipa alla bellezza del mondo e si appunta, con intuizione, oltre il dato visivo, Maurizio Romani ci regala un’esplorazione artistica di montagne, campagne e marine, che documenta una visione del paesaggio che non è soltanto quanto è davanti ai nostri occhi, ma quella sensibile connessione tra la dimensione fisica delle cose e ciò che si riflette nella coscienza del pittore e nella sua percettibilità immaginativa.

La mostra, ospitata nel Museo d’Arte “Costantino Barbella” di Chieti dal 27 settembre al 12 ottobre, a cura della dott.ssa Maria Cristina Ricciardi, presenta al pubblico circa trenta dipinti ad olio del pittore reggiano eseguiti tra il 2015 ed il 2019.

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Maurizio Romani

Nota biografica del pittore Maurizio Romani: nato a Roteglia (RE) nel 1955, da diversi anni vive e lavora in Abruzzo. Sin dagli esordi, la sua ricerca artistica evolve essenzialmente in tre direzioni: la natura morta, i paesaggi, l’arte sacra, nelle tecniche della pittura ad olio e della tempera, del disegno a grafite, dell’incisione ad acquaforte, in cui dimostra elevata perizia.
Nel versante dell’impegnativo confronto con i grandi temi del Sacro, realizza numerose opere ad olio, e produce un suggestivo ciclo di circa trenta opere a grafite dedicate al Cantico dei Cantici, esposto a Urbino alla Bottega di Giovanni Santi, Casa natale di Raffaello.
Tra le numerose esposizioni si ricordano: la personale Istanze trascendenti, al Museo dello Splendore, a Giulianova, con dipinti di grande formato (2010); la collettiva al Museo Stauros d’Arte Sacra Contemporanea, ad Isola del Gran Sasso; la partecipazione su invito alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia Regione Emilia Romagna, Chiostri di S. Pietro, Reggio Emilia (2011); Biblia Pauperum al Museo Diocesano di Jesi (2011); la partecipazione su invito al XXXVIII Premio Sulmona, con conferimento Medaglia del Presidente della Camera (2011); la personale a Palazzo Valentini, a L’Aquila (2012); la personale alle Cisterne Romane del Palazzo Ducale di Atri (2013); la personale Omaggio a Maurizio Romani al Museo Michetti di Francavilla al Mare (2019); la personale Paesaggi dell’anima alla Rocca del Castello di Acquaviva Picena (2019). Maurizio Romani, Silos, 2018, olio su tela