“I padroni al fresco, i lavoratori al caldo!”. I consigli del Sindacato SGB

Negli ultimi giorni, a Reggio Emilia e provincia, si sono registrate temperature atmosferiche massime che hanno sfiorato i 40° ed in molti luoghi di lavoro si è registrato un microclima ancora superiore. Nella sola giornata del 28 giugno sono morte 3 persone in Italia proprio a causa del caldo forte.

Anche quest’anno, diversi soggetti istituzionali hanno rinnovato il solito consiglio di non uscire di casa nelle ore più calde della giornate, ma nessuno sembra aver invitato le persone a non recarsi sul luogo di lavoro. Lavorare in condizioni di calore estremo può essere molto pericoloso, sia sulla salute fisica che sul benessere psicologico dei lavoratori, soprattutto se si tratta di soggetti già sofferenti o anziani o che prestano già mansioni particolarmente usuranti.

Un forte stress termico, così come le esposizioni prolungate a temperature non adeguate o a correnti d’aria dirette, possono provocare malesseri fisici a carico dell’apparato respiratorio, muscolo scheletrico, gastro intestinale, fino ad arrivare in casi estremi a colpi di calore con conseguenze anche gravi sull’intero organismo.

Sul tema interviene il Sindacato SGB (Sindaco Generale di Base) di Reggio Emilia con alcuni consigli: “Ricordiamo a tutti i lavoratori, pubblici e privati, che esistono diverse norme a tutela della salute sul luogo di lavoro, legate al microclima, che dirigenti e imprenditori sono tenuti ad osservare”. ”Innanzitutto il microclima deve rientrare all’interno dei rischi di tipo fisico come oggetto della valutazione dei rischi aziendali nell’apposito documento (DVR) così come descritti nell’art 180 (Titolo VIII, Capo I) del D.Lgs 81/08. L’Allegato IV al punto 1.9, definisce i requisiti minimi che i luoghi di lavoro devono possedere per poter risultare conformi e quindi garantire condizioni di benessere adeguate”.

“Il primo aspetto valutato è quello relativo alla aerazione dei luoghi di lavoro chiusi, che deve essere sempre garantita preferenzialmente con finestre e, qualora non possibile, con impianti di aerazione periodicamente controllati, mantenuti funzionanti in modo da non esporre i lavoratori a correnti d’aria diretta. Un altro aspetto importante da non sottovalutare è quello della corretta regolazione delle temperature che devono essere adeguate in considerazione dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici previsti”.

”Non vi è quindi una precisa indicazione della temperatura da adottare -prosegue la Segreteria di SGB- , che varia appunto tenendo conto delle specifiche attività e che deve essere regolata anche in funzione delle temperature ambientali esterne, evitando sbalzi rapidi ed eccessivi (soprattutto durante la stagione calda). Infine anche il grado di umidità assume un ruolo importante, deve essere sempre tenuta sotto controllo e mantenuta all’interno di livelli adeguati, compatibilmente con le esigenze tecniche del lavoro”.

“Anche la Corte di Cassazione -conclude il sindacato-, nel 2015, ha stabilito che se il datore di lavoro non garantisce un ambiente di lavoro salubre e tale da non recar danno alla salute dei lavoratori, questi sono legittimati ad astenersi dall’eseguire le proprie mansioni e a ottenere comunque la retribuzione dovuta”.

nsr