I Musei Civici di Reggio Emilia approdano a Milano: l’esperienza museale reggiana in un convegno all’ADI Design Museum

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Non si spegne l’interesse per l’esemplare case history del progetto di Italo Rota per Palazzo dei Musei, commissionato dal Comune di Reggio Emilia e realizzato in un percorso partecipato con la città.

Sabato 19 novembre alle 18, a Milano, presso ADI Design Museum – Compasso d’oro, in occasione di Bookcity Milano 2022 si svolgerà un incontro con l’architetto Rota, figura centrale nella scena architettonica e progettuale contemporanea. L’evento intende svolgere una riflessione sulla museologia oggi e aprire una riflessione sul ruolo dei musei contemporanei nei confronti del futuro collettivo e individuale nel contesto di un mondo sempre più complesso e mutevole, a partire dalla visione che ha guidato il progetto di riallestimento del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, curato da Italo Rota.

Come rilanciare l’identità di un Museo? Quale è il ruolo del Museo oggi, lo spazio condiviso della collettività del XXI secolo, dove storia, heritage, tecnologia, passato e presente condividono uno spazio e un’idea di futuro?

L’architetto Rota interverrà su alcuni dei grandi temi affrontati nel volume Io sono Museo (Forma Edizioni) dedicato al progetto del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, che spaziano dall’architettura come luogo dell’immaginazione sociale al ruolo dei musei nell’offrire ai cittadini un processo di esplorazione e conoscenza che permette loro di fare una esperienza utile a ricordare il passato e a immaginare il futuro.

Tutto ciò in dialogo con ospiti d’eccezione: Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice, direttrice di museo e autrice di numerosi saggi, cataloghi e libri di storia dell’arte contemporanea. Attualmente è direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della Fondazione Francesco Federico Cerruti di Rivoli-Torino, oltre a essere Visiting Professor all’Università di Basilea. Alberto Garlandini, museologo ed esperto in attività culturali e in gestione e promozione del patrimonio culturale, riveste anche la prestigiosa carica di Presidente di ICOM – International Council of Museums, l’organizzazione mondiale dei musei e dei professionisti museali.

Interverranno inoltre le co-curatrici del volume Elisabetta Farioli già direttrice dei Musei Civici di Reggio Emilia durante tutto il percorso che ha portato alla realizzazione del nuovo museo, e Francesca Grassi che con Italo Rota ha realizzato, oltre ai Musei Civici ed i relativi video, progetti di prestigio internazionale.

L’incontro sarà preceduto dai saluti istituzionali della Direttrice dei Musei Civici di Reggio Emilia Valentina Galloni e del Dirigente dell’Area Servizi culturali, cultura dei diritti e sviluppo attrattività della città Massimo Magnani. Modera il dibattito Andrea Cancellato, Presidente Federculture e Direttore di ADI Design Museum.

La serata è promossa dall’ADI Museum di Milano, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia – Musei Civici e con Forma Edizioni, nel contesto del cartellone di attività Book city. Il volume Io sono Museo è realizzato con il contributo di Iren S.p.a.

IO SONO MUSEO

 Non il semplice catalogo di un museo, ma la prima stanza del museo stesso.

I musei” afferma Italo Rota “si stanno trasformando in un componimento a più voci, tra memoria, ricerca, scienza, industria, arte e umanesimo, mediato e reso possibile dalla partecipazione personale e dall’intervento del singolo, per testimoniare la libertà e la responsabilità che il futuro ci invita a considerare ogni giorno, nel presente, sia come individui sia come collettività”.

Il volume Io sono Museo (Forma Edizioni), appena dato alle stampe, è una testimonianza di tale trasformazione, che si propone anche di fornire delle vere e proprie “istruzioni per l’uso” per realizzare un museo partecipato nel XXI secolo.

Il libro, una vera e propria guida metodologica su come progettare, racconta l’esemplare case history, noto a livello internazionale, del progetto di Italo Rota per i nuovi Musei Civici di Reggio Emilia, commissionato dal Comune di Reggio Emilia e realizzato in un percorso partecipato con la città: complesso, sofisticato, a fronte di una delle testimonianze museali più antiche d’Italia, in una città che rivendica oggi un nuovo ruolo nella contemporaneità.

Oltre un decennio di lavoro e di progettazione che è approdato nella realizzazione di un museo che si pone come “archivio dei beni comuni”, secondo l’accezione di Claire Bishop, nel quale a partire dalla fisicità delle testimonianze si rivede criticamente anche la propria storia.

Il museo come archivio dei beni comuni” scrive Rota “si muove tra due approcci: uno moderno e uno post-moderno. L’approccio moderno, ottocentesco, alle istituzioni culturali come tempio dove l’opera d’arte o il documento sono profusori di cultura; l’altro l’approccio post-moderno e l’egemonia culturale del presente, in cui il museo è ora lo strumento per i visitatori-cittadini per relazionarsi con gli oggetti delle collezioni, “cose” del passato e del presente, mantenuti, serbati, immagazzinati, custoditi, preservati, salvaguardati, difesi, mantenuti in salute, per produrre conoscenza e scoperta.

Rinunciare all’esercizio del leggere cronologico è essenziale per poter attivare questo tipo di installazioni che esplorano il tempo e lo spazio della nostra memoria; gli oggetti e i documenti delle raccolte non sono più materia inerte ma materia viva che organizza in maniera diversa la mappa delle certezze della conoscenza. (…) Il compito sostanziale dell’archivio dei beni comuni è disseppellire il sapere rimasto sepolto e riportarlo alla luce per potercene servire di nuovo, una nuova e bizzarra forma di archeologia”.

Io sono Museo, pubblicato anche in lingua inglese, testimonia un lavoro corale che ha coinvolto la direzione dei musei reggiani e i curatori delle raccolte, in un dialogo continuo tra visioni espositive, esigenze scientifiche, sollecitazioni partecipative. Il libro comprende due contributi di Italo Rota Oplà e What is museum?, gli approfondimenti metodologici di Francesca Grassi Roomscape, When attitudes become form, Roomscape map, i testi di Elisabetta Farioli A nuova vita. Il “caso” Museo di Reggio Emilia come laboratorio di nuova museologia e di Roberto Macellari Il “Metodo Chierici”: dal Museo di Storia Patria al Nuovo Museo, oltre a interventi istituzionali. Integrano e arricchiscono il volume la narrazione di cinque installazioni che rappresentano altrettante tappe espositive, realizzate dal 2010 al 2016, con il coinvolgimento e la partecipazione della città allo scopo di sperimentare le nuove modalità di approccio alle collezioni, e di due mostre più recenti realizzate nel 2017 e 2018: Lo scavo in Piazza. Una casa, una strada, una città e On the Road. Via Emilia 187 a.C.

Il racconto dell’esperienza realizzata a Reggio Emilia di un museo planetario multi-temporale è inoltre integrato da un vocabolario dei termini guida che definiscono un nuovo museo contemporaneo e da un apparato iconografico dal forte impatto visivo, un elaborato montaggio di foto d’archivio, immagini di maestri della fotografia presenti nella collezione della città, committenze di reportage sulle nuove realizzazioni.

IL NUOVO PALAZZO DEI MUSEI

 A fronte di una delle testimonianze museali più antiche d’Italia (l’origine del museo è databile al 1830, il primo nucleo ha origine nel 1799), Reggio Emilia con il progetto di Italo Rota si rivolge a un pubblico sempre più allargato ed eterogeneo, rendendo permanente un suo nuovo ruolo nella Contemporaneità.

È peculiare e davvero sorprendente la progettazione visiva che guida il riallestimento di Italo Rota del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia – già palazzo imperiale, convento francescano, scuola e museo civico – la cui progettazione e realizzazione ha toccato diversi piani e richiesto molti anni non solo per la complessità del progetto, ma anche perché i vari step sono stati periodicamente condivisi con la città, organizzando eventi e mostre.

Se al primo piano l’attenzione è concentrata sulle strepitose collezioni storiche tra scienza naturale e archeologia, e al terzo piano lo spazio è stato dedicato al percorso educativo e pedagogico della Scuola in Museo, progetto unico in Italia, alimentato e sollecitato dal patrimonio museale, al secondo piano, inaugurato da pochi mesi, si svolge un coinvolgente viaggio nel tempo, tipico del cinema, che va dalla Preistoria al Novecento. Le collezioni storiche create dalla fine del Settecento (Paletnologia, Archeologia, Zoologia, Etnografia, Botanica, Geologia), ma anche tanti materiali custoditi nei depositi dei musei e di altre istituzioni della città, in molti casi donati alla comunità, sono proposti attraverso una pluralità di livelli narrativi, connessioni spazio-temporali, incontro tra i mondi e discipline diverse, capaci di mettere in risonanza la dimensione nazionale con quella internazionale e offrire ai visitatori una esperienza emotiva e sensoriale unica attraverso la quale stimolare la curiosità e arricchire la propria visione.

La scelta di Italo Rota è radicale. Il Nuovo Palazzo dei Musei di Reggio Emilia si presenta al secondo piano come un insieme di stanze della memoria, in cui perdersi, in cui si riportano alla luce e convivono epoche, personaggi e storie diverse. Si spazia dalla Preistoria del territorio Reggiano – arricchita con citazioni di reperti d’eccezione conservati nelle collezioni storiche, come la preziosissima statuina neolitica nota come la Venere di Chiozza o l’ascia in rame simile a quella di Ötzi – a Marco Emilio Lepido e la sua Via Emilia, dal Correggio a Ludovico Ariosto, dai secoli degli Estensi al Primo Tricolore rivoluzionario e unitario, da Antonio Fontanesi al respiro della Contemporaneità rappresentata dal vasto e unico patrimonio fotografico, considerando il ruolo che riveste nella storia della città, a partire dall’esperienza di Luigi Ghirri a cui è dedicata una sezione permanente. Una vera e propria “ossessione fotografica” quella di Reggio Emilia che si rispecchia nella ricca ed importante collezione della fototeca della Biblioteca Panizzi, nel festival Fotografia Europea, nel progetto Giovane Fotografia Italiana e nella sentita partecipazione al circuito OFF.

Accanto all’immagine fotografica un ruolo da protagonista è assunto dai video (a cura di Domiziana Bani e Francesca Grassi) che accompagnano tutte le nuove sezioni con l’inserimento di cortometraggi di autori quali Mario Martone ed Ermanno Olmi.

ITALO ROTA

Italo Rota, architetto e urbanista fondatore di IRBO Italo Rota Building Office, è Direttore Scientifico di NABA, New Academy of Fine Arts in Milan, docente a Shanghai Wusong International Art City Shanghai Academy of Fine Arts, Advisor presso Tsinghua University of Beijing.

Il lavoro architettonico e progettuale di Italo Rota Bulding Office si concentra da oltre trent’anni su una costante ed avanzata ricerca crossdisciplinare, dall’arte contemporanea alla robotica, per la definizione di progetti innovativi dove bellezza umanistica e sostenibilità diventano elementi integrati e dirompenti.

L’applicazione delle tecnologie più avanzate, in collaborazione con laboratori, studi, università Internazionali prefigura nuovi sistemi per l’abitare pensati per la città del “presente estremo”.

Lo Studio si fonda su un rinnovato equilibrio tra arte e scienza, che si esprime in una poetica che trascende i progetti, alla ricerca di quel nuovo sentimento di bellezza, che secondo Gardner, rispecchia tre criteri di fondo: “la capacità di generare interesse, l’assunzione di una forma memorabile e l’attitudine a suscitare ulteriori esplorazioni”.

Italo Rota (1953, Milano) si laurea al Politecnico di Milano. Dopo aver vinto il concorso per gli spazi interni del Musée d’Orsay, alla fine degli anni Ottanta, si trasferisce a Parigi, dove firma la ristrutturazione del Museo d’Arte Moderna al Centre Pompidou, con Gae Aulenti, le sale della Scuola francese alla Cour Carré del Louvre, l’illuminazione della cattedrale Notre Dame e lungo Senna e la ristrutturazione del centro di Nantes. Negli anni Novanta torna a Milano e con il nuovo studio realizza progetti e architetture in Italia e nel mondo, diventando uno dei riferimenti di una nuova architettura.

Tra i lavori più recenti, troviamo i Musei Civici di Reggio Emilia, la nuova Fabbrica di robot Elatech a Brembilla, il grande Teatro dei bambini in Maciachini Milano, il nuovo Padiglione laboratorio Noosphere in Triennale di Milano, i Padiglioni EXPO Milano 2015 del Kuwait, del Vino Italiano e il Padiglione Arts and Foods. La sistemazione di mobilità e design urbano lungo la Via Emilia, il Lungomare di Palermo.

Simbolici il Museo del Novecento in Piazza Duomo a Milano, la sede della Columbia University a New York, il Tempio Indù a Dolvy in India. Per Repower Italia progetta una serie di interventi per centrali di energie rinnovabili.

Innumerevoli le mostre in grandi musei, le pubblicazioni, installazioni e padiglioni, tra cui il Padiglione centrale tematico per Expo Zaragoza 2008.

Nel 2021 lo studio ha realizzato a Dubai il Padiglione Italia per l’EXPO Dubai 2020, i Musei Civici di Reggio Emilia, la direzione creativa dei progetti MEET digital Culture Center di Milano, Casa Mutti a Parma, MAE Museum a Fiorenzuola d’Arda. È in via di completamento il progetto di restauro e trasformazione del Complesso Monumentale Palazzo del Podestà a Mantova ed il Museo del Carnevale a Fano.

Italo Rota è stato insignito di vari premi, tra cui la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli spazi pubblici, la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per la cultura e il tempo libero, il Landmark Conservancy Prize, New York e il Grand Prix de l’Urbanisme, Paris.

FORMA EDIZIONI

Forma è un’iniziativa editoriale sviluppata al fine di consentire la divulgazione e la conoscenza di percorsi ed esperienze appartenenti al mondo dell’arte, dell’architettura, della fotografia e, più in generale, per promuovere le migliori ricerche in ambito produttivo e tecnologico, seguendo il mutare degli stili di vita e dell’abitare contemporaneo.

Dalla sua fondazione, nel 2010, il catalogo si arricchisce di circa venti titoli l’anno, dando “forma” alle tracce espressive che animano il dibattito culturale di oggi, approfondendo sia specifici ambiti conoscitivi già noti al pubblico, sia investigando quelle espressioni intellettuali e artistiche ritenute, a vario titolo, rivelatrici di nuovi punti di osservazione della realtà.

Caratteristica comune di ogni progetto è l’alta qualità del prodotto, delle immagini, della stampa, dei processi tipografici o informatici impiegati, oltre che una mirata diffusione e distribuzione in luoghi di fruizione, come librerie specializzate, bookshop di musei e luoghi espositivi, che aggiungono alla normale reperibilità in rete quella necessaria e indispensabile presenza nei “siti” dove si costruiscono opinioni e valutazioni di merito.

Le pubblicazioni spaziano da importanti monografie incentrate su opere architettoniche contemporanee, a ricerche e approfondimenti legati a tematiche di studio universitario, a cataloghi di importanti esposizioni dedicate ad artisti del calibro di Alighiero Boetti, Arnaldo Pomodoro, Lucio Fontana e Alberto Burri.

La casa editrice pubblica, inoltre, la collana di guide di architettura On the Road, principalmente focalizzata sulle opere contemporanee delle più importanti città del mondo.

Forma ha annoverato importanti collaborazioni con personalità di alto spessore intellettuale e di fama internazionale quali, fra gli altri, i critici e storici dell’arte Bruno Corà, Luca Massimo Barbero e Sergio Risaliti, e il critico d’architettura Luca Molinari.