I comunisti reggiani hanno reso omaggio ai partigiani sovietici della Resistenza, a Case Cattalini (Civago), nell’anniversario della Vittoria sul nazifascismo

Sono passati 76 anni dalla Grande Vittoria sul nazifascismo che si celebra ogni 9 maggio. I comunisti reggiani hanno portato i garofani rossi al monumento ai partigiani stranieri che hanno operato in Emilia Romagna durante la Resistenza, a Case Cattalini di Civago, dei quali ben 1284 erano partigiani sovietici.
Quel 9 maggio 1945 il popolo sovietico e la gloriosa Armata Rossa di Stalin, sacrificando quasi 30 milioni di donne e di uomini, liberavano l’Europa dal fascismo italiano di Mussolini e dal nazismo di Hitler.

Oggi l’Europa nelle sue istituzioni, equipara vergognosamente vittime e carnefici. In Italia con la complicità delle istituzioni, è stato sdoganato il fascismo e si insulta in modo infamante la storia dei partigiani e della Resistenza, relegando l’antifascismo a macchietta da canticchiare nelle ricorrenze comandate. In occasione di questo 9 maggio, onestà intellettuale e storica impongono di ricordare l’impegno ed il sacrificio in cifre dei Partigiani stranieri in Emilia Romagna, di cui tuttavia “non è possibile tracciare un quadro organico” come scrisse il partigiano Guerrino Franzini nel 1977, perché “all’atto della smobilitazione delle formazioni partigiane, rimpatriarono nella quasi totalità”.

Tuttavia gli stranieri combattenti nelle formazioni partigiane della nostra regione, furono 1401 e la stragrande maggioranza dei quali, ossia ben 1284, erano partigiani sovietici. I caduti furono 134, cioè circa il 10% rispetto al totale dei combattenti, dei quali 70 erano sovietici. Cifre probabilmente inferiori al vero dato reale, molto eloquenti però. Vanno ricordati anche i 22 partigiani Emiliano romagnoli che combatterono in Unione Sovietica, dei quali 5 morirono.
In provincia di Reggio Emilia combatterono circa 200 partigiani stranieri, i sovietici furono 140, pressoché la totalità, dei quali 11 trovarono la morte. Tra i sovietici “reggiani” i più conosciuti sono stati Antolij Tarassov, Victor Pigorov e Michail Almakaiev, che operaraono con la squadra di Aldo Cervi ed i suoi sei fratelli contadini. Tarassov grande amico di papà Cervi, narrerà le sua personale vicenda nel libro “Sui Monti d’Italia” edito a Lenin grado nel 1960 e riedito in Italia ed in italiano a cura dell’Anpi di Reggio Emilia nel 1975. Victor Pigorov verrà decorato dallo Stato italiano con la medaglia d’argento al valor militare. Non va dimenticato il celeberrimo “Capitano Ivan”, Jona Efremov, che dal modenese venne chiamato nel reggiano al comando dell’altrettanto celeberrima squadra sabotatori “Cane Azzurro”, specializzata nella fabbricazione e nell’uso di ordigni esplosivi.

La sua straordinaria attività è stata ricostruita dallo stesso Guerrino Franzini nel “I partigiani russi nel reggiano”, apparso su Ricerche Storiche nr. 10/11 nel luglio del 1970. Infine va ricordato il caso di Alessandro, il russo del distaccamento di Reggiolo che, insieme ai compagni reggiani, modenesi e mantovani, partecipò alla nota battaglia di Gonzaga, nella notte tra il 19 ed il 20 dicembre 1944, contro ben tre presìdi nazifascisti. Alessandro cadde colpito da una raffica di mitra, secondo testimonianze, distintosi con valore durante l’azione. Insieme a lui morirà il modenese Alcide Garagnani, decorato con la medaglia d’oro per la Resistenza, mentre Alessandro non riceverà nessun riconoscimento. Questa è storia, la storia della nostra terra, bagnata dal sangue dei partigiani comunisti, tanto italiani come sovietici, la storia oltre la lurida propaganda della politica e degli storici a libro paga della politica stessa, impressa sul granito a Case Cattalini, sull’Appennino reggiano.

Alessandro Fontanesi