I comunisti reggiani e l’Associazione Vacondio “Bergonzi” alla commemorazione dell’eccidio nazifascista a Marzabotto

I comunisti reggiani e l’associazione Renato Vacondio “Bergonzi” con la storica bandiera rossa del partigiano, hanno preso parte alla commemorazione dell’eccidio nazifascista a Marzabotto, domenica 3 ottobre. Quello di Marzabotto è stato un inenarrabile martirio, purtroppo uno dei tanti compiuti in Italia durante la seconda guerra mondile dai tedeschi e dai loro complici fascisti italiani in camicia nera.

Di queste pagine drammatiche della nostra storia non si è dibattuto forse mai abbastanza, si è però scritto e anche tanto, affinchè nessuno dimentichi, poichè l’oblio sarebbe una colpa di certo non inferiore a quella di chi commise tante atrocità. E al tempo stesso l’oblio, la rimozione della memoria a cui abbiamo spesso assistito per chiare volontà politiche, potrebbero essere forieri di amari risvegli. La storia non insegna mai abbastanza, eppure quel passato di dolori e bestialità immani sono lì ad ammonimento e affinchè le tante Marzabotto d’Italia non debbano più tornare, ma non basta dirlo, soprattutto se con altrettanta amarezza è possibile constatare che tanti dei responsabili delle orrende stragi compiute da Boves alle Ardeatine non hanno mai espiato le loro responsabilità di fronte alla giustizia. Ricordare, non dimenticare, narrare, attualizzare la memoria sono l’impegno che ognuno di noi è chiamato a non disattendere, ce lo chiedono coloro che non ci sono più.

È grazie a loro se a noi oggi è stato consegnato un tempo di certo migliore di quello che invece toccò a loro. Marzabotto parla ancora oggi al presente ed al futuro di tutti noi, tuttavia nessuno pare essere davvero intenzionato a comprendere, perchè è sempre viva la minaccia di chi dalla storia vorrebbe speculare per convenienze polituche ben precise e di esempi ne abbiamo visti non pochi negli ultimi 15/20 anni, compresa la abietta risoluzione del parlamento europeo che equipara il comunismo liberatore dell’Europa al nazismo.

Le voci dei testimoni che ancora narrano un passato che ritorna ineludibile col suo fardello di storie famigliari distrutte, non può essere derubricato al soldo di queste convenienze pacificatorie irrispettose per chi è morto e per chi da vivo ha preteso, spesso inascoltato, la doverosa giustizia per una mamma, un figlio, una sorella o un babbo che non c’è più. Marzabotto è qui come ogni anno in questa ricorrenza, col suo immenso carico emozionale, col tremendo carico della sua storia che non vuole e non deve passare mai.

Alessandro Fontanesi