Grattacielo di Milano a fuoco: è reggiano il medico proprietario della casa dove si è salvato solo un crocifisso. Intervista al Dott. Lorenzo Spaggiari

Un crocifisso unico oggetto salvato dal rogo? “Un evento inspiegabile”, così lo definisce il Dott. Lorenzo Spaggiari, Direttore della chirurgia toracica dell’Istituto europeo dei tumori e docente all’università di Milano, che viveva con moglie e due figli all’ultimo piano della Torre dei Moro, il grattacielo andato in fiamme nel cuore di Milano.
Spaggiari è reggiano, nato e vissuto a Casina dove continua a mantenere rapporti con affetti cari. Ha frequentato il liceo a Castelnovo Monti ed è rimasto a Casina fino alla laurea in medicina. Successivamente ha lavorato a Parigi ed ora è primario all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano, dopo esser stato vice di Veronesi. Nella sua specializzazione è considerato fra i chirurghi più famosi e bravi in Italia.
NextStopReggio l’ha intervistato.
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Dott. Spaggiari, le immagini delle grattacielo in fiamme nel cuore di Milano non si dimenticheranno mai. Può spiegarci cos’è successo?
E’ successo che ho visto la mia casa bruciare in diretta tv: un appartamento di circa 200 metri quadri al 18esimo piano. Il soffitto è crollato e abbiamo perso tutto quanto si trovava dentro all’appartamento. Bruciata e sciolta dal calore anche la cassaforte inserita nel muro. Si è salvato rimanendo intatto solo un crocifisso in oro.

Dov’era stato riposto?
Nella cassaforte. Pensi che lì, fra le varie cose, tenevo anche degli orologi che si sono totalmente liquefatti.

Nei giorni successivi non si è dato una risposta?
No, perché ho proseguito con il mio lavoro a pieni ritmi, che amo e sto continuando a farlo come sempre. Fra poco entro in sala operatoria per operare un uomo di 50 anni considerato inoperabile. La vita umana è importante, le cose materiali hanno un valore diverso. Io ero fuori casa durante l’incendio e sto bene, mia moglie e i miei figli erano al mare e stanno bene, anche se devo dire, quel giorno ho insistito in modo insolito perché andassero.

Quindi si sente fortunato?
Ma guardi, come in tutte le cose, dipende in che ottica si guardano: la mia casa è andata totalmente bruciata, e con l’immobile sono diventati cenere tutti i ricordi di una vita. Sono stato fortunato? Sì, se penso che stiamo tutti bene. Poi, io come chirurgo sono molto pragmatico: ho dato in mano tutto a un avvocato e all’assicurazione, ora stiamo cercando un’abitazione confortevole dove vivere con la mia famiglia facendo tornare la serenità ai miei famigliari che sono indubbiamente rimasti scossi da quanto accaduto.

Torniamo al crocifisso: non lo considera un miracolo?
Un miracolo magari possono considerarlo chi ci crede, personalmente lo vedo come un evento inspiegabile.

E’ ateo?
Bella domanda… Sono stato un cattolico praticante, conosco benissimo il nuovo e vecchio Testamento, andavo a messa tutte le domeniche… era un modo di vivere, tanti anni fa. Poi questo mestiere ti annacqua un po’ certe credenze: quando vedi morire dei ragazzini di 17, 18, 20 anni che operi e non li salvi, mentre magari il 90enne che fuma 50 sigarette al giorno non ha nemmeno il cancro, inizi a farti tante domande e non capire il perché. Misteri che non sono in grado di spiegare e quindi mi metto sulla difensiva e vado avanti per la mia strada con i paraocchi.

In che senso?
Più o meno come fanno i cavalli che hanno i paraocchi di fianco: con il mio mestiere vado avanti per la mia strada punto e basta. Se entro in certe discussioni, diventa difficile per chi fa il mio lavoro trovare una spiegazione a determinati eventi, quindi mi sono messo in una specie di “stand-by mistico”.

Anche se vive a Milano, porta sempre nel cuore Reggio Emilia e Casina?
Certo! A parte che a Casina vivono tutt’ora la mia ex moglie e i miei due figli, continuo a mantenere rapporti con gli affetti cari. Sono andato diverse volte a fare giri in bicicletta con i miei amici storici di Casina, poi il tempo purtroppo manca sempre, ma quando posso torno a Casina che fa sempre parte della mia vita.

Marina Bortolani, @NextStopReggio