“Gli immigrati? Aiutiamoli… a casa loro”. Le interviste al comunista Vincenzo Bertolini

Vincenzo Bertolini

E’ tornato, Vincenzo Bertolini, numero uno del Partito Comunista reggiano negli anni ’80, quando essere Segretario del PCI significava potere su tutto e autorevolezza nazionale, perchè il PCI reggiano di allora, fra le federazioni che vantavano il più elevato numero di iscritti, sfornava idee e contributi che il nazionale non poteva ignorare.

Caratteristica principale di Bertolini la coerenza: fu riformista (un tempo si chiamavano “Miglioristi”) e lo fu anche quando il Pci-Pds considerava i riformisti, i cui leaders erano uomini come Napolitano, Lama, Macaluso, Chiaromonte e Nilde Iotti, quasi dei traditori. Essere riformisti in un partito che a maggioranza non lo era, significava mettere in discussione la propria carriera, ma Bertolini non arretrò mai di un millimetro.

Negli anni d’oro del Pci reggiano Vincenzo Bertolini fu anche corsivista per diverse testate giornalistiche: L’Unità, il Carlino Reggio e la Gazzetta di Reggio. Un appuntamento fisso di pillole scritte in libertà apprezzate da un pubblico eterogeneo in calce alle quali si firmava come “Viberto”.

Oggi è tornato, per Next Stop Reggio, in una rubrica a lui dedicata “Il ritorno di Viberto” dove periodicamente verranno affrontati temi storici e di attualità sviscerati attraverso interviste. Filo conduttore una sinistra un tempo forte di ideali sventolati con orgoglio e oggi quasi sparita. Perchè? Quali errori? Cosa farebbe un vero comunista di fronte a certe scelte? A queste domande e tante altre risponderà Vincenzo Bertolini, sfornando anche particolari inediti di un passato talvolta scomodo, ma ad oggi avvolti in un assordante silenzio tombale. Fanno parte del patto fra Bertolini e l’intervistatrice Marina Bortolani: “Vincenzo, lei non si sottrarrà mai ad alcuna domanda vero? Nemmeno a quelle più scomode e pruriginose?”, “Certo! -risponde Bertolini- se lei mi promette che avrà poi il coraggio di scrivere tutto quello che le dirò”.

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Intervista del 15 Agosto 2018

Immigrazione: come affrontare il tema da sinistra?

Bertolini, attualmente sembra emergere un paradosso: la sinistra è favorevole all’immigrazione e difende gli immigrati, ma il PCI di un tempo non era così aperto… Marx parlava addirittura di esercito di disperati.

Marx aveva previsto in gioventù ciò che sta accadendo oggi, ovvero che il capitalismo sarebbe crollato, ma prima di tale crollo ce ne sarebbero stati di tutti i colori, ad esempio si sarebbero utilizzato un esercito mondiale formato dai più disperati e disagiati -i profughi di oggi in Italia- con la sparizione della classe operaia.

Personalmente penso che sia giusto essere a favore dell’immigrazione, ma non dobbiamo dimenticare che il capitalismo sta eliminando la classe operaia, facendo lottare gli operai tra di loro, sia perchè hanno paura di perdere il posto fra loro, sia perchè lottano contro gli immigrati stranieri che vengono in Italia e gli rubano il lavoro. Ecco quindi che non votano più sinistra, ma Lega.

Alcuni esponenti di sinistra hanno definito gli immigrati “una risorsa”. A suo avviso è tale o l’immigrazione rappresenta un problema?

Il problema dell’immigrazione di fatto non esiste, in quanto è inarrestabile. Un po’ come la Faglia di Sant’Andrea in California che potrà generare una catastrofe, lo sanno anche gli americani, tanto che tengono costantemente monitorato tutto.

Per quanto riguarda l’immigrazione, è già assurdo porsi l’interrogativo se è giusta o sbagliata. Avviene. Esiste. Come oltretutto diceva anche Marx.

Sì, ma Marx lo considerava un fenomeno sostenuto dalla destra. Oggi invece ci troviamo la destra che ripudia gli immigrati e la sinistra -almeno quella istituzionale che dovrebbe rappresentare la voce del suo popolo- che vorrebbe accoglierli a braccia aperte.

Ma non è vero che la destra ripudia. Sembra che ripudi, ma non è così.

Mi scusi, ma Salvini sul punto è chiarissimo… a partire dalla chiusura dei porti.

Salvini in realtà dice che si devono accogliere tutti quelli che l’Italia può accogliere. Voluto o non voluto dalla destra, questo è oggettivo. Detto ciò, destra e sinistra sono termini un po’ superati, esistono nella nomenclatura, nel lessico, perchè si potrebbero chiamare anche in altro nome, tipo “alto” e “basso”, ma i problemi rimangono, anzi sono aumentati, perchè l’immigrazione ha incentivato le disuguaglianze e sulla pelle degli immigrati si sono alimentate diverse forme di corruzione dove a volte gli stessi immigrati sono stati protagonisti negativi, come ad esempio nello spaccio di droga.

Torniamo al PCI di un tempo. Come si poneva nei confronti degli immigrati?

Non si poneva in modo così drammatico come accade oggi.

Marx non sembrava molto tollerante.

Non si può paragonare PCI-Marx -che, non dimentichiamolo, era hegeliano- e la sinistra di oggi, sono cose da studiosi.

Studiamole un attimo pensando all’attualità.

Oggi l’immigrazione toglie posti di lavoro agli operai, e il Pd ha cercato di trovare una soluzione con il Jobs Act: con i contratti a termine, quando ad un certo punto il titolare è stufo, alla scadenza del contratto non lo rinnova e prende un immigrato.

Quindi il Pd ha favorito il capitalismo.

Sì, ma il Pd, che non è il PCI.

Ma vi è confluita la sinistra un tempo PCI. Anche lei è stato iscritto al Pd…

Infatti il capolavoro del Pd di Renzi è stato quello che con il suo cerchio magico è stato eletto dagli elettori Pci.

Che alla fine hanno partecipato e votato le riforme proposte da Renzi, Jobs Act compreso, che forse non rispecchiavano pienamente gli ideali della sinistra comunista di un tempo.

Assolutamente no. Il fatto è che ci sono tanti italiani che hanno votato Pd convinti di votare Pci.

Quindi, Bertolini, lei oggi come affronterebbe il tema dell’immigrazione?

Direi che non basta dire “accogliamo”. Perchè per accogliere non è sufficiente far entrare gli immigrati nei porti, ma garantire loro dignità, dandogli lavoro, scuola, istruzione, casa ecc. E se per farlo occorre aumentare le tasse ai più ricchi, facciamolo no? Di certo non si possono aumentare ai più poveri, perchè non hanno più niente.

D’accordo, ma se non si riesce a garantire tale dignità, perchè ad esempio non si vogliono aumentare le tasse ai ricchi?

Mi scusi, esiste l’aldilà? Più o meno mi sta sottoponendo una domanda analoga. Tenga presente che sono un cartesiano, quindi per me la ragione può arrivare fino ad un certo punto: cogito ergo sum (ndr: “penso dunque sono”, è la locuzione con cui Cartesio esprime la certezza indubitabile che l’uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante). Quindi tornando alla sua domanda, non so cosa succede. Mi pare che l’Italia sia vicina a una svolta autoritaria.

In che senso?

Come si strutturerà la svolta autoritaria non lo so, ma potrebbe nascere un regime portatore di diminuzione di libertà. Detto questo, alcuni regimi hanno una componente sociale forte per cui stanno attenti ai più poveri.

Il risultato italiano del 4 marzo ha fatto scalpore nel mondo perchè è la conseguenza del crollo del sistema politico basato sui partiti che ha dato spazio al populismo, che non è un termine per forza negativo: Lenin venne dopo un partito che si chiamava “populista” e aprì una porta, diversa da quella della Rivoluzione Francese. Quest’ultima aprì infatti la porta alla borghesia, Lenin l’aprì al preteso avvento del proletariato, alla necessità del comunismo, che prima o poi ci sarà, non so in quale in forme, ma si realizzerà, è inevitabile. Se il mondo non sopravvive, deve avere come scopo ultimo il comunismo.

Un comunismo che però oggi non ha risposte sull’immigrazione concrete trincerandosi dietro un “Cogito ergo sum”. Pensavo fossero più coraggiosi i compagni…

Bhè, una risposta concreta potrebbe essere quella di interventi da parte dell’Europa per sostenere gli immigrati direttamente in Africa e nei vari paesi d’origine. Il punto è: quale Europa interviene, visto che non è in grado di aiutare se stessa e non riesce nemmeno a mettere d’accordo l’Austria con l’Italia? Detto questo, forse servirebbe a poco, perchè sarebbe come curare la ferita di un elefante con un tampone.

Quindi aiutiamoli a casa loro?

Sì, aiutiamoli a casa loro. Anche se l’impresa è ardua comunque.

Marina Bortolani, @nextstopreggio