Folla per l’addio al giovane medico scout Andrea Radighieri. “Un cuore grande, altruista, sempre aperto verso il prossimo, riconoscendo la ricchezza del dono ricevuto”

Il sagrato della chiesta di Sant’Antonia di Padova conteneva a fatica ieri le persone che, nel rispetto delle norme di contenimento Covid, hanno voluto dare l’ultimo saluto ad Andrea Radighieri, medico 29enne, scout, con la passione della musica rock, tanto da esibirsi con la band Jest seguitissima da molti coetanei.

Andrea Radighieri

Presenti tanti scout, animatori della Messa e con i quali Andrea ha condiviso un importante pezzo di strada e che in poche parole sono riusciti a descrivere il giovane pieno di vita: “Andrea è stato un capo scout fantastico, ma prima ancora un ragazzo straordinario. Aveva deciso di dedicarsi agli altri in modo completo, e anche la sua scelta di essere un medico andava in quella direzione. La sua allegria, la sua spensieratezza e al contempo il suo senso di responsabilità, erano doti uniche. Era un fiore raro e prezioso. Possedeva un sorriso aperto e sincero, un sorriso che raccontava la pazienza e l’intelligenza di un educatore: tutti i nostri ragazzi gli volevano un gran bene e lo consideravano un esempio da imitare.
Andrea, mai una volta abbiamo sentito lamentarti per qualcosa, tu le cose le facevi e basta. Ti guidava un cristallino spirito di servizio, il tuo cuore era una cuore pulito e buono. E tutti gli scout della zona reggiana ti hanno sempre ammirato per questo.
Ora, asciugandoci le lacrime, ci stringiamo forti ai tuoi genitori Silvia e Giuseppe, alla sorella Elena e al fratello Giovanni, ai tuoi adorati nipoti e a tutti i tuoi amici, perché sappiano sopportare questo immenso dolore.
Sapremo ricordati sempre e portare avanti i tuoi ideali. E da lassù sventola per noi il nostro fazzolettone. Buona strada”.

A celebrare la messa funebre don Matteo Mioni che durante l’omelia ha ripercorso la vita generosa e altruista di Andrea “sempre disponibile ad aiutare spontaneamente il prossimo”.
Ma anche parole di conforto per i famigliari, gli amici e quanti hanno amato il giovane improvvisamente deceduto durante la notte di martedì scorso nella propria casa in via Ruggieri, laterale di via Terrachini in città, dove viveva con i genitori che alla mattina hanno trovato il figlio in camera privo di vita.
Una tragedia, una vista spezzata a soli 29 anni. E che vita… Don Mioni ha evidenziato “la speciale ricchezza nel voler bene al prossimo, perché Andrea ha riconosciuto il dono ricevuto lasciando aprire il suo cuore agli altri in una relazione di eternità, che non è un premio finale, perchè la viviamo già qui, in questa dimensione terrena”.

E proprio lo slancio d’amore verso il prossimo ha portato il celebrante a paragonare il giovane medico a Don Gigi Guglielmi: “Anche lui morì durante la notte, il suo cuore cedette… questo può capitare a chi nel cuore ci mette tutti, come ha fatto anche Andrea. Amare può essere pericoloso, ma è anche coraggio, il coraggio di vivere il dono che il Signore ci ha dato”.

Don Matteo Mioni ha poi esortato i presenti a riflettere su una fotografia di Andrea che lo ritrae in divisa scout, di spalle, a braccia aperte, verso un paesaggio mozzafiato: “Ecco, Andrea era e sarà sempre come in quell’immagine: non vedremo più il suo volto, ma vedremo dove lui sta guardando, verso la luce e verso l’abbraccio amorevole del Signore in questa sua nuova dimensione”.

Marina Bortolani

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