Finanziamenti alla cultura, Amico (Er Coraggiosa): “Usiamo la legge del ’49 mai applicata, con incentivo Pnrr”

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Destinare fino al 2% di investimenti in opere pubbliche al finanziamento della cultura, dell’arte e della creatività. È il cosiddetto “percento per l’arte”, lo strumento normativo che esiste dal 1949 ma che non è quasi mai stato adottato, in nome del contenimento dei costi di realizzazione degli edifici e delle opere pubbliche. A reclamarne l’applicazione è Federico Amico, consigliere regionale di Emilia-Romagna Coraggiosa, che oggi ha presentato una risoluzione che impegna la Giunta «a promuovere interventi volti a rimuovere gli ostacoli all’applicazione della Legge 717/1949 per l’arte negli edifici pubblici, aggiornata secondo le Linee guida del 2017, in particolare nelle declinazioni della contemporaneità, grazie agli stanziamenti destinati alle opere pubbliche». Un tema su cui è già stato avviato un primo confronto positivo con l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori.

Il consigliere inoltre chiede all’esecutivo regionale di «valutare la necessità di provvedimenti legislativi che stabiliscano una disciplina di coordinamento e linee guida specifiche con cui le amministrazioni locali possano contribuire a sostenere l’arte e la cultura attraverso il finanziamento di opere pubbliche». Amico infine, come incentivo per le amministrazioni locali, propone di considerare l’impiego dei fondi strutturali europei nelle disponibilità della programmazione regionale. Questi aiuti, che per l’Italia ammontano a 191,5 miliardi di euro, si articolano secondo il PNRR in diverse Missioni, molte delle quali sono indirizzate verso interventi strutturali di investimento per la realizzazione di opere pubbliche.

«Garantire un’offerta culturale contemporanea, dinamica e diffusa – spiega l’esponente di Coraggiosa – è un presupposto fondamentale per promuovere la crescita sociale e civile del Paese, nonché per favorire l’attitudine all’innovazione anche in ambito economico e sociale». Reperire i fondi necessari a mantenere in salute il patrimonio e le istituzioni culturali, e a dare sostegno alle attività e alle produzioni dei territori è «un compito sempre più arduo per gli enti locali», alle prese con le difficoltà finanziarie determinate dalla pandemia e più recentemente dai rincari energetici.

Federico Amico

«Per fare fronte a queste difficoltà – suggerisce Amico – si può intervenire con un cambio di paradigma per cui, nell’ambito della programmazione delle opere pubbliche, si preveda che gli edifici e le opere di nuova realizzazione, oltre a rispondere a criteri di contenuto strategico e sostenibilità ambientale, contribuiscano anche alla promozione dell’arte e della cultura». Una pratica che avrebbe tra i riflessi positivi anche l’accrescimento del patrimonio artistico e culturale dei territori.

«Gli interventi a supporto della cultura e dell’arte – conclude il consigliere – non sono un elemento accessorio, ma servono anche a favorire e sostenere la partecipazione, l’inclusione e il benessere di ogni comunità. L’arte e la creatività contemporanea che agiscono all’interno dello spazio pubblico sono uno strumento prezioso ed efficace per leggere la complessità del presente, rinsaldare i legami con i territori e favorire la partecipazione delle persone. Ridurne il raggio d’azione comporta un impoverimento dei nostri territori anche sotto il profilo economico, dell’innovazione e della coesione sociale».