“Finalmente sciopero generale!La Cisl si conferma una corporazione a servizio della politica”. Di Alessandro Fontanesi

Finalmente Cgil e Uil hanno convocato lo sciopero generale di 8 ore per il 16 dicembre.
La Cisl si conferma una corporazione a servizio della politica, come nel 2003, quando firmava il “patto per Forza Italia”, mentre il governo Berlusconi Fini Confindustria tentava di smantellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Cosa che porterà a compimento quasi 15 anni dopo il Pd di Renzi con il voto di Bersani.
Quel Pd che oggi sta al governo con Forza Italia, con Renzi, con lo stesso Bersani e “tutti insieme appassionatamente” con la Lega hanno votato a luglio lo sblocco dei licenziamenti e dopo nemmeno una settimana 422 lavoratori della GKN sono stati licenziati con una mail.

Le vertenze aperte nel Paese non si contano nemmeno più, Whirlpool e Alitalia le più eclatanti. E dove non bastassero i licenziamenti indiscriminati da parte di chi ha ricevuto profumati sgravi fiscali dallo Stato italiano, lo Stato resta a guardare, scaricando sui lavoratori stessi tutto l’odio sociale e la discriminazione politica, che nemmeno ai mafiosi viene in egual modo riservata.

La devastazione dello stato sociale nel paese porta indelebile la firma della sinistra, una sinistra indecente, in tutte le sue articolazioni, sottoforme, pseudo nomi e simboli ad ogni tornata elettorale. A tutto questo si aggiungono 3 morti al giorno sui luoghi di lavoro, nella indifferenza della politica, delle tv, dei giornali. I morti oggi fanno notizia solo se muoiono per un virus. Uno schifo indegno, perché la politica specula persino sui morti.

Lo sciopero generale giunge tardi, dopo che si è tollerato tutto ed il contrario di tutto, sempre sulla pelle dei lavoratori, per i quali non ci sono le lacrime della star della musica americana nel salotto buono di Fazio.
Per i quali non ci sono panchine colorate.
Per i quali non ci sono ipocriti che si mettono in ginocchio durante le partite di calcio e altri ipocriti ancor più ipocriti ad indignarsi se i calciatori non fanno un gesto tanto inutile.

I lavoratori in questo paese sono carne da macello, da decenni pagano le cicliche crisi della politica, perdendo il salario, perdendo il posto di lavoro, pagando il prezzo delle crisi due, tre, quattro volte. Come genitori dei ragazzi a cui viene negato il diritto ad una scuola pubblica. Come cittadini a cui è negato il diritto alla salute, in conseguenza di 37 miliardi di euro tagliati alla sanità pubblica. Come persone a cui anno dopo anno viene negato il diritto alla pensione.

E se un paese che si reputa civile ha una tale e violenta considerazione di coloro i quali lavorano per poter vivere, allora il nostro un paese civile non lo è proprio più. Deve essere chiaro una volta per tutte che la democrazia, il progresso ed il progredire di uno stato non possono non prescindere dalla piena attuazione e dal rispetto dei diritti dei lavoratori. Senza tutto questo il nostro Paese sarà destinato a soccombere, come sta succedendo senza alcun freno inibitorio. Una volta che l’emergenza sanitaria sarà terminata, i nodi verranno al pettine, cosa che è già palese, ma per qualche “mente illuminata” ci sono ancora margini per scavare. Verso il baratro.

Alessandro Fontanesi