Ex Reggiane, il Sindaco Vecchi: “Ripristinare legalità e rispondere al bisogno di umanità”

“Noi non voltiamo la testa dall’altra parte: Reggio Emilia città di tutte le Persone significa anche farsi carico della condizione di chi abita alle ex Reggiane. Siamo impegnati direttamente e convintamente in un lavoro collettivo che cerchi ogni soluzione possibile per ripristinare la legalità e dare una risposta al bisogno di umanità”.

Lo dichiara il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, a proposito del degrado in cui vivono diverse persone nell’area dell’ex Reggiane, quella non interessata dai lavori di riqualificazione promossi dal Comune di Reggio Emilia e attuati da Stu Reggiane spa, bensì nella zona di altra proprietà privata da tempo abbandonata in condizioni di grave incuria.

L’Amministrazione comunale è coinvolta nella quanto mai complessa ricerca di una via d’uscita dalla situazione in cui versa l’area ex Reggiane abbandonata, facendosi carico ancora una volta, insieme ad altri soggetti, di azioni di valenza pubblica, dopo avere attivato un programma di rigenerazione di ampio respiro – il Pru Santa Croce-Reggiane – che ha il merito di aver strappato al degrado e alla deriva oltre metà della vecchia area industriale, concretizzando al contempo un investimento strategico sul futuro della città, il Parco Innovazione. Si tratta di un investimento pubblico-privato di portata storica, che ha già consentito, fra l’altro, la bonifica da amianto e residui bellici dell’intera area Reggiane e la realizzazione di importanti opere pubbliche.

Convivono tuttavia due realtà: quella del cantiere e quella dei capannoni non oggetto di riqualificazione scelti come riparo da persone senza fissa dimora. Le situazioni problematiche si concentrano infatti tra i capannoni e gli altri edifici dell’area dismessa che non sono oggetto dell’intervento di riqualificazione.

L’Amministrazione comunale si coordina, anche su questo tema, con Prefettura e Forze dell’ordine e, considerato l’aggravamento delle quadro complessivo in quel settore delle ex Reggiane, aveva già nella seconda metà del 2017 chiesto e ottenuto lo svolgimento di un Comitato per l’ordine e la sicurezza; un secondo incontro è previsto nei prossimi giorni.

“La situazione è indubbiamente molto critica e complessa sotto diversi profili e richiede un’azione coordinata di tutti i soggetti, parimenti mobilitati sul tema che è di inclusione sociale, di sostenibilità e igiene, di sicurezza – dice l’assessore a Patrimonio e Sviluppo economico Daniele Marchi – Un piano di azione, che può essere messo in campo nel breve o brevissimo periodo, prevede interventi di rimozione dei rifiuti, di demolizione e chiusura di immobili fatiscenti, di tipo socio-sanitario per realizzare ‘percorsi di uscita’ dell’area delle persone che vi si trovano”.

E’ insorto, in maniera preponderante, un problema di accumulo rilevante di rifiuti all’interno di alcuni dei capannoni abbandonati e ciò rende necessario un intervento di pulizia. Si presenta necessaria altresì la demolizione o chiusura dei manufatti più precari e pericolosi che oggi vengono utilizzati come riparo. Per questo, assieme a Stu Reggiane spa, l’Amministrazione sta valutando praticabilità e modalità per intervenire in tempi rapidi.

Va messa in campo, coordinata fra gli attori competenti del territorio, un’azione di tipo socio-sanitario per costruire percorsi di uscita da queste condizioni delle persone che attualmente ci abitano, attivando la rete di opportunità presenti sul territorio e, se necessario, potenziando alcuni dispositivi e servizi.

E’ stato avviato un primo lavoro di coordinamento di diversi soggetti della solidarietà e del volontariato – Caritas, parrocchie, singoli volontari e cittadini – che assieme ad alcuni operatori dei Servizi socio-sanitari conoscono l’area e le persone che la abitano, per condividere informazioni, conoscere chi e perché frequenta questi luoghi, e quali ipotesi di lavoro si possano costruire per costruire percorsi di uscita da una condizione di grave marginalità.

Queste azioni, integrate dal presidio persistente del territorio in termini di sicurezza, potranno aiutare a tenere la situazione sotto un maggiore controllo.

Ad oggi, si rileva dalle informazioni disponibili, si tratta di persone senza fissa dimora, prive di reti di protezione, in parte note ai servizi per problematiche legate alle dipendenze che hanno trovato nei capannoni dismessi un rifugio durante i mesi invernali, e per le quali si stanno ipotizzando percorsi di recupero. Ma la fluidità delle presenze è molto alta, perciò il presidio e l’attenzione devono rimanere alti.

Comune di Reggio Emilia