Esternalizzazioni del servizio sanitario locale, Reggio Emilia In Comune: “Quando l’eccezione diventa la regola”

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Un momento dell'assemblea di REC

Abbiamo appreso dalla stampa locale che l’ AUSL di Reggio Emilia ha indetto una gara di appalto per la gestione esterna del servizio Urgenze/Emergenze soprattutto dell’ ospedale di Scandiano e Correggio, ma non solo, si vuole cioè ancora una volta esternalizzare un servizio sanitario pubblico a un fornitore di personale privato.

Certo non è una novità, negli anni sono stati esternalizzati anche altri servizi: Pulizie, Guardaroba, Centri Prelievi sul territorio, Servizio dei Barellieri per il trasporto interno dei pazienti ecc.

Anche altre Ausl della Regione hanno adottato l’esternalizzazione dei servizi importanti come il Pronto Soccorso a Ferrara e l’Ostetricia Ginecologia a Modena.

Tutto questo sarebbe motivato dalla carenza di personale, aggravata ulteriormente dalle imminenti ferie estive.

Sarebbero provvedimenti temporanei, dichiara l’Ausl reggiano, ma il ricorso alle agenzie interinali per il reclutamento del personale sanitario e non, è ampiamente utilizzato già da parecchio tempo, e il fenomeno non sembra affatto in regressione: si tratta di contratti a tempo determinato, anche molto brevi, con un trattamento tutt’altro che equo, sia da un punto di vista retributivo che di diritti.

Può succedere che per la stessa mansione si possono avere professionisti che lavorano insieme, ma con stipendi molto diversi. In aggiunta a ciò, capita che alcuni medici del Servizio Pubblico si licenzino per accedere ai maggiori compensi e al minor impegno orario che offrono questi rapporti di lavoro ” a chiamata”: parliamo dei cosiddetti ‘medici a gettone’.

Ciò che pensiamo di questa disparità lavorativa a tutto tondo, è che andrà ad impattare – tra le altre cose – sul clima lavorativo, con il risultato di una svalutazione della qualità e affidabilità del servizio.

Riteniamo inoltre al limite del paradossale la richiesta, ad un personale precario che ha un contratto di pochi mesi, di formarsi adeguatamente in poco tempo nella consapevolezza di essere lasciato a casa quasi subito dopo la formazione.

Abbiamo già più volte ricordato come la carenza di personale sia una condizione ormai strutturale del Servizio Sanitario Nazionale, frutto di scelte politiche ben precise.

La pandemia ci aveva illuso su una ‘lezione imparata’ che avrebbe determinato un cambiamento radicale nella gestione della Sanità, ma le aspettative sono state ancora una volta disattese.

L’ AUSL di Reggio assicura che “non è l’inizio di privatizzazione della sanità”, ma il quadro che abbiamo davanti ci mostra una situazione ben diversa: il SSN è da tempo al centro di un processo di smantellamento finalizzato all’ampliamento della sanità privata in linea con il paradigma neoliberista che trasforma ogni ambito della vita in una fonte di profitto.

Nel servizio sanitario pubblico si sono introdotte logiche aziendalistiche, si continua a drenare soldi pubblici verso il privato, ad effettuare tagli delle risorse, a ricorrere ad esternalizzazioni ed appalti…

Insomma un’escalation inarrestabile e apparentemente definitiva.

Non c’è nessuna eccezionalità in queste scelte, se non un voler gestire un servizio fondamentale per cittadini e cittadine, come si fosse in eterna emergenza, facendo passare scelte facili quanto inique come necessari tamponi all’emorragia.

Certo oggi c’è il problema della carenza di medici, i corsi di laurea continuano ad essere a numero chiuso, e il reclutamento tramite agenzie private lo fanno apparire come la via più veloce alla risoluzione, ma resta una scelta comoda e non lungimirante perché non fa altro che perseguire l’ indebolimento del servizio pubblico: pertanto a nostro avviso è una scelta irresponsabile.
Questa modalità ha prodotto solo enormi disuguaglianze nell’accesso alle cure, ha creato una classe di lavoratori e lavoratrici sempre più sfruttata e precaria, e tutto questo viene spacciato come ineluttabile.

Il SSN nasce dalla spinta partecipativa dal basso, eppure ad oggi viene gestito come un’azienda privata: la matrice democratica si è dispersa nelle mani di troppi manager, direttor* generali ( tra l’altro tutt* ben pagati) preoccupati soprattutto del pareggio di bilancio.

Crediamo sia assolutamente necessario re-internalizzare i servizi che sono di competenza del SSN, smettere con la precarizzazione che svilisce il lavoro di tutti gli operatori e operatrici, garantire una remunerazione equa e dignitosa, e ricominciare a espletare per tempo concorsi pubblici come via preferenziale di assunzione.

Ricordiamo che quello alla Salute è un diritto fondamentale per qualunque essere umano, e la Sanità Pubblica pertanto è un bene comune, i cui principi fondanti sono scritti nella legge 883: universalità, equità, solidarietà.

REC – Reggio Emilia In Comune