“Einstein parla italiano”, prima nazionale cinematografia all’Arena Stalloni di Reggio Emilia giovedì 17 giugno. Il regista è il reggiano Scillitani

Einstein parla italiano, ideato da Raffaella Simili e Sandra Linguerri, con la regia del reggiano Alessandro Scillitani, illustra i rapporti che Albert Einstein ebbe con l’Italia, sia negli anni giovanili che nella maturità.
Ripercorrendo questa storia poco conosciuta, il docufilm arricchisce di sfumature inedite l’immagine di Albert Einstein, pioniere, scienziato geniale e amico speciale dell’Italia.

Non molti sanno, infatti, che Albert Einstein trascorse alcuni anni della sua gioventù tra Pavia, Casteggio e Milano, al seguito del padre Hermann che con lo zia Jacob aveva fondato una fabbrica di illuminotecnica in Lombardia.
Inoltre, esattamente 100 anni fa, nel 1921, Einstein tornò in Italia. Accettò l’invito del matematico Federigo Enriques, proprio in virtù dei bei ricordi che lo legavano alla nostra penisola. Tenne tre lezioni all’Archiginnasio di Bologna, tutte in italiano e si recò poi all’Università di Padova per rendere omaggio al matematico Ricci-Curbastro.
Quello stesso anno, Einstein avrebbe ricevuto il Premio Nobel.

Il documentario, oltre ad essere stato realizzato con interviste ad esperti e a storici della scienza, è impreziosito da ricostruzioni in costume di alcuni momenti salienti della presenza di Einstein in Italia.
Il film vede il coinvolgimento di numerose maestranze reggiane.
Bernardino Bonzani (Teatro dell’Orsa) interpreta Federigo Enriques, il matematico bolognese che convinse Einstein a venire in Italia per tenere 3 conferenze.
Benedetta Pigoni interpreta la figlia di Enriques, giovane studentessa che andò ad accogliere Einstein alla stazione di Bologna.
Lucia Donadio interpreta Ernestina Marangoni, amica di Albert Einstein.
E poi nel cast Monica Morini, Elia Bonzani, Michelangelo Coclite e Gabriele Parrillo.
Alessandro Vezzani ha curato la fotografia delle scene di ricostruzione.
Andrea Morselli è stato fonico di presa diretta.
Maria Grazia Moratti (Libreria Punto Einaudi Reggio Emilia) ha organizzato il set e curato i rapporti con il grande costumista Luigi Benedetti Veroni.
Giorgia Blancato ha curato il trucco per le scene di ricostruzione.
Un ulteriore aiuto reggiano è arrivato dalla Cappelleria Duri, che ha fornito i cappelli che sono stati utilizzati nelle ricostruzioni anni ’20 del film.
Il musicista Gaetano Nenna ha curato la selezione dei brani mozartiani suonati nel film, mentre i brani originali, composti da Alessandro Scillitani, sono stati suonati da Tommi Prodi, Marco Macchi e Stefano Ferrari.

Il ruolo di Einstein è interpretato dal bolognese Francesco Petruzzelli.

Al racconto biografico si alternano sequenze poetiche di alcuni significativi momenti della gioventù di Einstein, tra Pavia e Casteggio, oltre che, nella maturità, a Bologna; un racconto alternato alle testimonianze di prima mano di coloro che condivisero con l’illustre fisico momenti familiari e scientifici.
Sullo sfondo sono rappresentati i luoghi frequentati e visitati da Einstein in Italia: Milano, Pavia, Casteggio e Bologna.

Il progetto nasce dall’esperienza e dagli studi approfonditi di un gruppo di storici della scienza tra Bologna, Pavia, Roma e Milano; oltre che da un favorevole contesto istituzionale che ha visto coinvolti, tra gli altri, l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, l’Ateneo Bolognese, il Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma, la Società Italiana di Fisica, insieme ad enti territoriali quali i Comuni di Bologna, Pavia, Casteggio, Canneto sull’Oglio.

Il docufilm, oltre che rievocare il forte legame emotivo con l’Italia, si sofferma sui rapporti scientifici tra Einstein e i colleghi italiani; il suo impegno nel sostenere la libertà e la dignità degli scienziati al di qua delle Alpi a seguito del giuramento del 1931; il suo radicato pacifismo e impegno politico.