E’ stato Danish Hasnain, zio di Saman Shabbar, a indicare dove si trova il corpo delle 18enne

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E’ stato lo zio di Saman Shabbar, Danish Hasnain, a indicare l’esatto punto in cui scavare nel casolare diroccato di via Reatina, nella periferia di Novellara, a 500 metri dalla casa dove viveva la famiglia Abbas.

Danish Hasnain è ritenuto l’esecutore materiale del presunto omicidio della 18enne pachistana attraverso lo strangolamento. Attualmente in carcere a Reggio Emilia è stato accompagnato dalla polizia penitenziaria sul luogo per illustrare agli inquirenti dove scavare.

Operazioni di scavo delicate che necessitano di uno strumento speciale per non rovinare il corpo, sepolto a oltre due metri di profondità sotto terra, in una buca che sarebbe stata scavata da zio, padre e cugini con le pale identificate nel video delle telecamere dell’azienda agricola dove lavoravano. Sopra alla terra, c’era anche un strato di mattoni e macerie caduti nell’edificio ed è il motivo per il quale, secondo gli esperti delle unità cinofile, non è stato possibile per i cani molecolari fiutare il corpo sotto al terreno.

Danish Hasnain, 33 anni, che secondo gli inquirenti è l’esecutore materiale, nonché organizzatore del ‘delitto d’onore’ della nipote Saman Abbas, venne trovato un anno fa in un appartamento a Parigi a Nord-Est della Tour Eiffel.
Nell’appartamento parigino in cui avvenne il blitz, Danish Hasnain si trovava insieme ad altri 3 connazionali, godendo di protezione. Nei 5 mesi di latitanza era ingrassato apportando alcune modifiche che lo rendevano diverso rispetto alla foto diffusa ovunque per rintracciarlo. Ma il neo sulla parte sinistra del viso e le sopracciglia marcate, caratteristiche tipiche dell’uomo, fecero comunque scattare immediatamente le manette. Infine la comparazione con le impronte digitali permisero la conferma definitiva.

Il piano dell’orrore emerse durante l’incidente probatorio del fratello di Saman: “Saman è troppo occidentale. Se volete la uccido, la faccio a pezzi e poi li porto a Guastalla”. Una frase che sarebbe stata pronunciata dallo zio Danish Hasnain durante una riunione di famiglia.