Dubbi sul suicidio di Alberto Agazzani: il medico legale ipotizza il coinvolgimento di un’altra persona

Alberto Agazzani

Colpo di scena sul procedimento penale circa l’autenticità del testamento di Alberto Agazzani, morto sette anni fa, a favore di Marco Lusetti. Quest’ultimo, fra i due amici più cari insieme a Carlo Malvolti, si recò dal Notaio Giorgia Manzini per la pubblicazione delle ultime volontà del noto critico d’arte reggiano, a seguito della quale il Notaio segnalò alla Procura dubbi sull’autenticità di tale testamento.
Da lì seguirono indagini, sequestri, il rinvio a giudizio di Lusetti e il processo penale in corso.

Durante l’udienza di oggi sono stati sentiti tre testimoni: Sandra Campanini, carissima amica di Alberto che lo stesso considerava come “una sorella”, il medico legale Dott.ssa Maria Paola Bonasoni e l’Ispettore di Polizia Giudiziaria Claudio Ferrari, che diresse il sequestro e il primo incontro di Lusetti presso la Procura.

La Campanini ha ripercorso il periodo di vita di Agazzani dopo l’incidente: la perdita di parti di memoria, la vicinanza degli amici di una vita nel darsi i turni per non lasciarlo solo, la debolezza psicologica in cui Alberto versava temendo di non tornare ad essere più l’Alberto di un tempo….fino alla sera prima della morte, quando confidò alla cara amica che era finita la storia d’amore con il fidanzato.

Per quanto riguarda il rapporto con Lusetti, la Campanini ha confermato la profonda amicizia che intercorreva con Alberto e anche con Carlo Malvolti.

E’ stato evidenziato inoltre che Agazzani non navigasse nell’oro, tanto che gli amici versavano periodicamente un contributo in una carta prepagata per permettere all’amico di pagare le varie utenze.
Emerge sempre più il quadro di un procedimento penale relativo a un testamento che potrebbe non contenere particolare valore economico. “Alberto diceva che i suoi beni più preziosi erano i suoi due gatti, in particolare Camillo”, ha evidenziato la Campanini, tanto da recarsi insieme a un’altra amica nella casa di Alberto per circa un mese al fine di provvedere ai due gatti in attesa di una sistemazione definitiva.

Il colpo di scena è avvenuto durante la testimonianza della Dottoressa Maria Paola Bonasoni. Il medico legale, incalzata dalla pm Maria Rita Patani, ha dichiarato che non è escludibile il coinvolgimento di terzi nella morte di Agazzani, emergendo elementi a suo avviso anomali che metterebbero in dubbio il suicidio: 1) sullo scorrimano del ballatoio in cui era appesa la cintura legata con una fibbia non vi era alcun segno di trascinamento nonostante i circa 90-100 chili del corpo umano appeso. Provando invece a scalfire con un’unghia lo stesso legno emergevano subito dei graffi; 2) Dallo scorrimano a terra la distanza è di circa 205 cm. La lunghezza della cintura chiusa fu stimata in circa 50 cm. A questa si aggiunge un’altra cintura soffice di 10 cm. Aggiungendo l’altezza di Agazzani di 187 cm, complessivamente si andava oltre i 205 cm. Per la dottoressa “chi decide di togliersi la vita in un certo modo, in genere sceglie un posto adatto che garantisca il risultato”.

Ma emerge un’altra anomalia per la dottoressa: “La posizione della fibbia era rivolta verso l’alto, quasi come se fosse stata chiusa dalla balconata, mentre avrebbe dovuto chiuderla verso sé stesso. 4) Infine le pieghe della camicia: era una camicia ben stirata… ”sembra quasi che ci fosse qualcuno a sorreggerlo, perché ci sono pieghe che vanno verso le ascelle”.

Per la Dott.ssa Bonasoni non va quindi escluso il coinvolgimento di terzi.

Avv. Erica Romani

Il corpo, dopo il funerale celebrato in Duomo, venne successivamente cremato, cosa che oggi impedisce ulteriori accertamenti. A chiederli, fin da subito, la difesa dell’imputato, l’Avv. Erica Romani, per fare totale chiarezza sia sul decesso, che sull’eventuale assunzione di psicofarmaci che avrebbero potuto causare alterazioni, e chi eventualmente li aveva prescritti-procurati ad Agazzani.

A seguito di quanto emerso nell’udienza di oggi, con le dichiarazioni della Dott.ssa Maria Paola Bonasoni, potrebbe aprirsi un nuovo fascicolo sulla morte di Agazzani nei confronti di ignoti.

Marina Bortolani