Diga di Vetto, Delmonte (Lega): “Superata fase del ‘se’, finalmente la discussione approda sul ‘come’ farla”

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Gabriele Delmonte

“Un passo avanti, significativo, è stato fatto: a differenza dello scorso mandato, nel quale la discussione verteva sul “se” crearla o meno, oggi che la realizzazione della Diga di Vetto è diventata una certezza, avallata anche dal via libera del ministero alle Infrastrutture guidato da Salvini, il dibattito si è spostato sul “come” farla. Ebbene, mi ha lasciato stranito lo studio effettuato dall’Autorità di bacino, che prevederebbe la realizzazione di un invaso da 27 milioni di metri cubi”. Lo ha detto il consigliere regionale della Lega, responsabile dipartimento Montagna Lega Emilia, Gabriele Delmonte, intervenendo questa mattina nell’ambito della discussione sulla risoluzione che impegna la Giunta a dar vita alla Diga di Vetto.

“Come Lega, abbiamo le idee chiare: serve un invaso da 100 milioni di metri cubi d’acqua, funzionale ad un uso plurimo, in grado di rispondere a più fabbisogni. Si consideri infatti che dalle relazioni fatte dai tecnici della Regione, emerge come i fabbisogni civile e industriale richiederebbero 48 milioni di metri cubi mentre quello agricolo – da cui dipende anche la produzione di quel fiore all’occhiello di cui spesso ci vantiamo, che è il Parmigiano-Reggiano – 58 milioni di metri cubi: vien da sé che come sia pertanto ragionevole parlare di un invaso in grado di distribuire almeno 100 milioni di metri cubi d’acqua all’anno” ha spiegato Delmonte.

“Certo, se anziché perdere tempo nel passato, frenati da una stolta ideologia ambientalista che ha portato a pompare acqua “dal basso” anziché raccoglierla “dall’alto” oggi il sistema Val d’Enza avrebbe un problema in meno, ma tant’è: oggi maggioranza e opposizioni (tranne il Movimento 5 Stelle ed Europa Verde) sono concordi nel fare l’opera, pertanto dobbiamo cercare di non dividerci sul “come” realizzarla, che per noi significa guardare a un’opera ad uso plurimo e dalla capacità di rispondere a tutti i fabbisogni idrici della Val d’Enza” ha concluso Delmonte.