Difesa femminile e controllo sugli aggressori. Intervista a Gessica Garavaldi

“Io non ho paura!” è il grido che Gessica Garavaldi, 46enne reggiana, insegna già dalla prima lezione alle donne che vogliono imparare a difendersi dai tentativi di violenza da parte di malintenzionati, fatti di cui lei stessa fu vittima una volta all’età di 17 anni.

Dopo 25 anni di sport nell’ambito delle arti marziali, come il Kung Fu cinese, il Karate, il Kick Boxing e il Sanda, concentra oggi tutta la sua esperienza e professionalità in corsi di anti-aggressione riservati alle donne che lei stessa realizza nell’ambito del progetto “Io non ho paura”. Corsi che, dato il successo e risultati ottenuti, si sono diffusi a macchia d’olio in Emilia, Lombardia e nelle scuole. NextStopReggio, dopo l’orribile stupro avvenuto domenica sera in città, ha intervistato Gessica Garavaldi per un focus e consigli su come affrontare (ovviamente se possibile) situazioni di pericolo che potrebbero sfociare in una violenza carnale.

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Gessica, una tua opinione sull’orribile stupro avvenuto a Reggio Emilia nei confronti di una ragazza 24enne mentre faceva una tranquilla passeggiata vicino al campo da baseball.

Sono incazzatissima. Mi sento impotente di fronte a questi episodi… urlo, scalpito, cerco di farmi sentire ovunque per trasmettere il mio messaggio: “Prevenzione” e “Io non ho paura”. A.p.s (ndr, Associazione di Promozione Sociale di cui Gessica è la Presidente) ha le porte spalancate in proposito.

Come dovrebbe essere punito a tuo avviso lo stupratore?

Come pena gli farei provare lo stesso trattamento fino a farlo finire in ospedale. Mi dispiace, ma nessuna pietà in questi casi.

Purtroppo di fronte alla forza e violenza di un orco ci si sente impotenti. L’uomo è saltato addosso alla ragazza alle spalle, cogliendola di sorpresa. Secondo te apprendere tecniche di difesa femminile potrebbe servire a qualcosa?

Di fronte alla forza e alla violenza noi donne non possiamo fare altro che usare l’energia, la tecnica e il controllo del nostro corpo che, con l’aiuto di tecniche specifiche di anti-aggressione, limitano i danni… diciamo che si è più preparate allo scontro fisico con un malintenzionato.

Se in futuro una ragazza dovesse subire il medesimo assalto da parte di uno stupratore, cosa dovrebbe fare?

Apprendendo le tecniche di anti-aggressione, si studiano i parametri di controllo dell’ambiente che ci circonda, i pericoli, si ascolta, si impara ad usare la voce e mezzi di fortuna.

I corsi di difesa femminile che tieni da anni con l’Associazione “Io non ho paura”, andando anche nelle scuole, quanto possono essere utili?

I corsi anti-aggressione che organizzo aiutano a prevenire situazioni di pericoli e ad affrontarli insieme alle paure che emergono in quei momenti. Insegnano a gestire la paura e il proprio corpo per farlo diventare la nostra arma di difesa al meglio delle nostre possibilità. Le tecniche sono semplici: dirette, veloci, mirate. Fatte per essere imparate da tutte le donne-ragazze, anche se non si è delle atlete. Possono salvare la vita, o, almeno, limitare i danni.

Ci sono stati casi in cui una ragazza è riuscita a difendersi e liberarsi dall’orco utilizzando tecniche di difesa femminile?

Sì, una mia allieva subì lo strangolamento da parte del suo partner mentre stava dormendo, ma riuscì a liberarsi e scappare. Altre invece si sono imposte in posizione di difesa gridando a voce alta: “Stai indietro”, “Stai lontano!”, “Cosa vuoi?”.

Quanto è importante quindi prevenire?

La prevenzione è quella che aiuta noi donne a capire che dobbiamo stare attente, che serve impegnarsi per avere qualcosa in più da usare in caso di necessità. Ognuna di noi ha il diritto di tutelarsi, come ha il diritto di passeggiare da sola senza paura. Il nostro “no” deve rimanere tale.

Marina Bortolani, @nextstopreggio

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