Denuncia furto con spaccata ma si era inventata tutto per lucrare sull’assicurazione: barista nei guai

Probabilmente pensava di espletare una mera formalità congedandosi dai Carabinieri con estrema tranquillità dopo aver denunciato il furto con spaccata all’interno del suo bar invece, successivamente, si è ritrovata a essere “attenzionata” dai carabinieri della stazione di Cadelbosco Sopra.

Nel giro di qualche settimana una barista 48enne si è ritrovata da vittima di un furto a essere indagata per simulazione di reato: i fatti denunciati non sono risultati corrispondere al vero in quanto il furto è risultato essere una messinscena architettata dalla stessa barista.

A queste conclusioni sono giunti i carabinieri di Cadelbosco Sopra che, a conclusione delle indagini, hanno denunciato la donna per simulazione di reato. Secondo le risultanze investigative la donna avrebbe inscenato il furto per lucrare sull’assicurazione che aveva stipulato.

Erano stati gli stessi carabinieri di Cadelbosco Sopra ad intervenire la notte del 30 maggio a seguito dell’allarme antifurto collegato con il 112 ceh notavano la vetrata infranta con un tombino. All’interno del bar non vi era nessuno: il sistema di videosorveglianza è risultato funzionante e la macchina cambia monete risultava aperta senza evidenti segni di effrazione.

La barista, che lamentava il furto di danaro contante dall’interno della macchina cambia monete, alla richiesta di poter visionare le immagini della video sorveglianza ha preso tempo riferendo di non essere in grado di tirarle fuori e riservandosi di consegnare apposito supporto informatico con le immagini all’atto delle denuncia. Avendo omesso di consegnare quanto richiesto, sostenendo che i ladri avevano staccato la corrente che alimentava la videosorveglianza, i carabinieri si sono insospettiti, considerando che durante il sopralluogo avevano avuto modo di verificare il funzionamento dell’impianto.

L’accertamento con un tecnico sull’impianto portava a vetrificare che l’impianto era stato formattato e che le registrazioni partivano successivamente alla denuncia. La barista aveva cancellato volutamente ogni prova.

Tale circostanza e altri elementi acquisiti a carico della barista (uno per tutti la mancanza di segni di effrazione sulla macchina cambia monete) hanno portato i carabinieri ad acquisire incontrovertibili elementi di responsabilità a carico della barista che veniva quindi denunciata per simulazione di reato. La donna aveva già avviato le pratiche presso l’assicurazione per essere risarcita.

nsr
(Foto d’archivio)