Al G20 di Napoli insorgono gli ambientalisti per l’inconsistenza delle scelte dei Governi

Nei giorni scorsi a Napoli si sono svolte alcune tappe importanti del G20, dopo mesi di riunioni ministeriali e gruppi di lavoro si è giunti al Vertice dei Ministri dell’Ambiente. Il Vertice finale di Roma, tra capi di stato e di governo, è invece previsto per il 30 e 31 ottobre. Nella giornata del 22 luglio il tema Ambiente aveva portato ad un comunicato congiunto, definito dal Ministro Cingolani la “linea guida più completa che sia mai stata concepita”.

Come dichiarato dallo stesso Ministro sono 10 le linee principali del comunicato, con una forte impronta italiana ed in continuità con la visione espressa dal PNRR.
Tra i punti chiave toccati ci sono politiche di contrasto alla fame nei paesi più svantaggiati, gestione sostenibile dell’acqua e del territorio, salvaguardia degli oceani e della biodiversità, con particolare attenzione ai danni causati da pesca e plastiche, oltre alla finanza sostenibile e all’educazione delle giovani generazioni.
Un accordo di particolare rilevanza, considerando che coinvolge i paesi che producono l’80% del PIL mondiale e sono responsabili dell’85% delle emissioni di gas climalteranti.
Quest’ultimo tema è quello che preme di più al Ministro che vede nel contenimento a 1,5°C dell’incremento della temperatura globale e nella decarbonizzazione le due sfide cruciali per vincere la crisi climatica.
 
Ma la giornata successiva, dedicata a Clima ed Energia, ha portato alcuni paesi, come Cina e India, ad esprimere il loro dissenso proprio riguardo a queste due tematiche. “Su due punti non abbiamo trovato l’accordo al G20 Ambiente e li abbiamo rinviati al G20 dei capi di stato e di governo: rimanere sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale al 2030 ed eliminare il carbone dalla produzione energetica al 2025” afferma Cingolani al termine dei lavori svolti il 23 luglio.
Nonostante tutti gli stati abbiano confermato la volontà di rispettare gli accordi di Parigi, la linea tracciata potrebbe non bastare.
Lo sanno bene le diverse associazioni di attivisti che si sono ritrovate a manifestare in questi giorni a Napoli sotto il nome di “Bees Against G20”. Denunciando il paradosso di svolgere un Vertice sull’Ambiente a pochi passi dalla Terra dei Fuochi e l’inconsistenza delle scelte per combattere una crisi climatica di cui le api sono tra le principali vittime. Altro paradosso, considerato il loro fondamentale ruolo nell’ecosistema e in attività umane come l’agricoltura.
M.C.