Covid, Reggio Emilia la più colpita in regione con 10 nuovi casi e 1 morto. L’appello del Sindaco Vecchi: “Non abbassiamo la guardia proprio ora”

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 30.052 casi di positività, 44 in più rispetto a ieri, di cui 30 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali, e 14 sintomatici

Per quanto riguarda la situazione nelle province, i numeri più elevati si registrano a Reggio Emilia, dove, oltre al decesso di un uomo di 52 anni, con una pregressa malattia, si sono registrati 10 nuovi casi, di cui 8 in isolamento domiciliare e 2 ricoverati (non in terapia intensiva). Un primo caso (asintomatico) rientra nello screening del settore della logistica; un altro caso (sempre asintomatico) è un rientro dall’Albania, già in isolamento al momento della diagnosi. Quattro casi sono riconducibili a un focolaio legato alle vacanze in Grecia a Corfù (tre sintomatici, di cui uno – contatto di caso – ricoverato in reparto, e un asintomatico); 3 erano già in isolamento al momento della diagnosi. Altri 2 casi sono riconducibili a focolai nell’isola di Pag (Croazia): uno (asintomatico) non in isolamento al momento della diagnosi, l’altro (sintomatico) in isolamento al momento della diagnosi. Infine, c’è un contatto di caso, asintomatico, già in isolamento al momento della diagnosi; e un ultimo caso sporadico di una persona sintomatica, ricoverata ma non in terapia intensiva.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Per quanto riguarda l’andamento dei contagi, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, ha sottolineato: “In Europa viviamo una situazione drammatica, in Italia i casi sono aumentati in modo considerevole, in Emilia-Romagna stiamo ancora riuscendo ad esercitare l’azione di contact tracing grazie alla quale i positivi vengono scoperti nell’85% dei casi già in isolamento. Ma oggi voglio fare un appello: i focolai che abbiamo sul territorio- spiega l’assessore- sono prevalentemente dovuti a ragazzi giovani che tornano dalle vacanze all’estero, nelle quali probabilmente non hanno avuto le precauzioni dovute o non erano in contesti in cui le precauzioni erano applicate”. Per questo “abbiamo focolai anche all’interno della nostra regione, che stiamo ovviamente circoscrivendo. Però è importante ricordare- conclude Donini- che sia in Italia che all’estero si deve mantenere il distanziamento o, dove non è possibile, serve l’uso rigoroso della mascherina”. 

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.667 a Piacenza (+6, di cui 1 sintomatico), 3.806 a Parma (+5, di cui 1 sintomatico), 5.153 a Reggio Emilia (+10, di cui 5 sintomatici), 4.184 a Modena (+6), 5.344 a Bologna (+5, di cui 1 sintomatico); invariata la situazione a Imola (436 casi) e a Ferrara (1.099); 1.174 a Ravenna (+2, entrambi sintomatici), 996 a Forlì (+1), 847 a Cesena (+3, di cui 1 sintomatico) e 2.346 a Rimini (+6, di cui 3 sintomatici).

Sull’aumento dei casi di contagio il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi sui social ha invitato a non abbassare la guardia: “I dati in risalita a Reggio Emilia come nel resto del territorio dei casi di Covid meritano una spiegazione e una riflessione che dobbiamo fare assieme, come comunità. Gran parte di essi, ci dicono le autorità sanitarie, derivano da persone di rientro dalle vacanze, da loro contatti, da chi ritorna dall’estero. Sappiamo che in Europa la situazione sta peggiorando. L’Italia di conseguenza non ne è esente a sua volta”.
“Bisogna essere responsabili -prosegue Vecchi-. Lo chiedo a chi è in ferie e a chi fa ritorno a Reggio. Portare la mascherina, lavarsi le mani di frequente e tenere il distanziamento in vacanza può essere più faticoso, ma come giustamente ha sottolineato il Presidente della Repubblica “libertà non significa far ammalare gli altri”.
La Regione ha predisposto un protocollo apposito per chi torna dall’estero. Ormai i tempi di risposta di un tampone o dei test sierologici sono molto rapidi: in 24, 48 ore al massimo si ha il risultato. Chi fosse stato in zone dove si sono registrati molti casi, chi avesse qualche sintomo non aspetti.
Per fermare questa epidemia c’è bisogno prima di tutto del senso di responsabilità di ognuno di noi.
Come reggiani -conclude Vecchi- ci siamo comportati in modo esemplare nei mesi scorsi. Continuiamo così, non abbassiamo la guardia proprio adesso”.

CV