Corregggio: inaugurata la mostra antologica di Enos Venturi a Palazzo dei Principi

Oltre 70 opere che racchiudono 30 anni di carriera di un pittore, autodidatta, dal talento straordinario. Nella prestigiosa cornice di Palazzo dei Principi di Correggio, è stata inaugurata, sabato 27 novembre, la mostra “Enos Venturi. Dipinti 1987-2020 – Antropocene. Siamo tutti Adamo ed Eva”. L’esposizione antologica è stata promossa dai comuni di Albinea e Correggio, con l’importante sostegno dell’azienda rubierese Bluengineering s.r.l. e sarà visitabile fino al 16 gennaio 2022.

Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, che ha fatto gli onori di casa, il primo cittadino di Albinea, Nico Giberti, il direttore del museo “Il Correggio”, Gabriele Fabbrici, la responsabile dell’area Cultura del Comune di Albinea, Federica Franceschini, la moglie Fosca e uno dei due figli.

L’artista, assente per motivi di salute, ha inviato un messaggio a tutti i presenti per ringraziare di aver avuto la possibilità di esporre in una cornice così importante.

Venturi, originario e residente da sempre a Borzano di Albinea, con una predilezione per la pittura con oli, carboncino, gesso, inchiostro e pigmenti naturali su legno o tela, ha avuto nel tempo importanti riconoscimenti e le sue opere sono state esposte a livello nazionale.

Con una carriera di oltre 30 anni, numerose mostre anche collettive che lo hanno visto protagonista a livello locale e nazionale.

L’antologica reca un sottotitolo significativo: “Antropocene. siamo tutti Adamo ed Eva”: un invito che l’artista lancia, attraverso la propria arte, a tutti, volendo stimolare la maturazione di una consapevolezza collettiva ed esortandoci ad essere ognuno per la propria parte nuovo progenitore artefice del pianeta.

La mostra è articolata in sezioni tematiche all’interno delle quali è possibile osservare le evoluzioni stilistiche e artistiche di Venturi.

Come nessun altro l’artista è stato capace di riprodurre i paesaggi e le vedute delle colline di Albinea, riuscendo a trasmettere la poesia e i sentimenti che derivano dalla vista di tanta bellezza, comune alla maggior parte del territorio reggiano. Le sue tele rappresentano elementi e brani mutuati dalla natura, che invitano con utopiche sollecitazioni a superare le barriere e ad accedere con fiducia a un mondo altro e possibile, improntato a un cambiamento radicale, per ricominciare. Alla pittura, che può avere richiami simbolici, vengono sovrapposte citazioni, più o meno esplicite, ricavate dalla musica, dalle arti e dalla conoscenza, che intervengono a coprire o a cancellare il sottostante, così come si può fare con un tratto di penna sulle parole scritte, intendendole come ulteriori promesse per un mondo migliore.

Le opere si connotano per applicazioni spesso giustapposte – carta carbone su supporto rigido o aggiunta di materiali diversi e rappresentano un pensiero sospeso che incombe. Riesce bene Venturi a descrivere questo tratto distintivo della sua poetica notizie e immagini altre si insinuano, non volute, a stringermi di tristezza il cuore, allora so che milioni di uccelli che veleggiano i mari, hanno pezzi di plastica colorata dentro i loro corpi e vedo alberi di mille anni cadere stupiti tra le briciole dei minuti, per la felicità di piccoli uomini e nuove gigantesche navi fabbrica, coi loro strumenti di precisione, succhiare a migliaia tonnellate di abili navigatori felici.

“L’esposizione di Venturi – hanno sottolineato i sindaci – si colloca all’interno di un indirizzo ben definito da parte dei Comune di Correggio e Albinea: l’investimento sulla cultura, la valorizzazione dei talenti, a partire da quelli locali e la conoscenza della bellezza dei paesaggi reggiani. Investire nella cultura significa essere lungimiranti, significa, in particolare per gli adulti e per tutti coloro che sono chiamati in modo diretto alla responsabilità delle prossime generazioni, riuscire a costruire il futuro, prendendosi cura del presente, selezionando modelli, esempi e stimoli che appartengono a ciò che risulta vicino eppur poco noto, restituendogli forza e significato”.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo a cura di Stampatre Reggio Emilia.