Coronavirus, mascherine chirurgiche innovative made in Reggio Emilia

L’attuale emergenza legata al Coronavirus ha mosso l’ingegno dell’azienda Nuova Sapi di San Donnino di Casalgrande di Reggio Emilia, che vanta oltre 40 anni di esperienza nel campo del medicale e della pulizia industriale, per trovare una soluzione alla carenza di mascherine chirurgiche.

Il progetto di riconversione industriale è caratterizzato da alcuni elementi distintivi.
Eco-sistema territoriale: il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione di imprese, Amministrazioni locali e regionali, Sanità e Tecnopoli e Associazioni di categoria.
Qualità dei materiali: i tessuti utilizzati sono di ambito medicale testati e validati grazie alle loro eccellenti caratteristiche.
Quantità della produzione: nel giro di pochi giorni la produzione supererà le 150.000 unità quotidiane.

Giovedì 12 marzo i soci dell’azienda Marco e Lorena Bondi, Albano, Enrica e Giampaolo Giacobazzi, hanno progettato e prototipato, partendo da zero, il primo esemplare di mascherina chirurgica composta da tre strati di tessuto non tessuto: quello esterno è idrorepellente, quello più interno è antibatterico, il terzo è delicato e anallergico per evitare abrasioni sul volto di chi lo indossa. Ulteriore accortezza distintiva è data dal taglio particolare nella zona degli occhi che segue la forma del viso e la rende compatibile con l’uso degli occhiali protettivi.

Consapevoli di non riuscire a gestire tutta la filiera necessaria per industrializzare il prodotto, si sono rivolti alla propria Associazione, Unindustria Reggio Emilia, la quale ha immediatamente compreso l’opportunità di sviluppare un progetto che potesse mettere a sistema un’iniziativa ambiziosa in grado di portare benefici all’intera Regione Emilia-Romagna.

Con questo obiettivo si è creata una rete che ha coinvolto Unindustria Reggio Emilia, Confindustria Emilia-Romagna, Sanità Regionale, Comune di Reggio Emilia e Tecnopolo del Biomedicale di Mirandola (MO).

Domenica 15 marzo si è tenuto un incontro presso la sede aziendale con i soci di Nuova Sapi, Unindustria e Kyriakoula Petropulacos, Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, che, con la sua equipe di tecnici, ha esaminato il prodotto e ne ha constatato le ottime caratteristiche tecniche.

Poche ore dopo è stata coinvolta Giuliana Gavioli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confindustria regionale per le scienze della vita e figura di riferimento nei confronti del Tecnopolo di Mirandola, con la quale è stato effettuato un videocollegamento al fine di definire le procedure necessarie alla certificazione del prodotto.
Nei giorni successivi il team ha lavorato in stretta sinergia per trovare persone qualificate e materiali necessari a garantire un’elevata produzione giornaliera.
La collaborazione si è allargata ad altri portatori di interesse di Reggio Emilia che, grazie al coordinamento del Sindaco Luca Vecchi, hanno contribuito alla riuscita del progetto.

Venerdì 20 marzo la richiesta di certificazione è stata inoltrata all’Istituto Superiore di Sanità.

Tra sabato 21 marzo e lunedì 23 marzo ha preso il via una pre-produzione di 20.000 esemplari prototipali per testare l’efficienza del processo produttivo di taglio e di confezionamento, nonché l’affidabilità del sistema di approvvigionamento.

Da martedì 24 marzo ha preso il via la produzione di oltre 100.000 mascherine al giorno (comprendendo sia il modello a 3 strati che quello a 2 strati) con l’obiettivo di superare le 150.000 unità quotidiane nel giro di alcuni giorni.

La produzione verrà assicurata quasi interamente alla Sanità regionale, ma una quota resterà a disposizione della provincia di Reggio Emilia, grazie ad una centrale unica di acquisto che farà capo alle Farmacie Comunali Riunite, che riserveranno questo prodotto alla tutela dei lavoratori e dei cittadini.

E.G.