Coronavirus, Fontanesi: “La vera emergenza sono 30 anni di tagli alla sanità”

La grave emergenza sanitaria che si è creata in seguito al contagio del cosiddetto coronavirus, ha “finalmente” messo in evidenza il ruolo determinante della sanità pubblica. Si è dovuto toccare il fondo per accorgersi di tutto questo, anche se probabilmente il fondo non è ancora stato toccato. 37 miliardi di tagli alla sanità pubblica dal 2010 ad oggi, guardacaso e “coincidenza” con i governi a guida e con la partecipazione della cosiddetta sinistra e del Pd in particolare.

Decine di ospedali e reparti nei piccoli ospedali di provincia chiusi, il reparto nascite a Castelnovo Monti uno dei tanti. Tagli al personale. Assunzioni al palo. Una grave epidemia influenzale pone in evidenza ciò che la politica ha fatto, o non ha fatto per i cittadini.

Destra e sinistra senza distinzione, per conto dell’Unione Europea, le cui istituzioni dopo due settimane di emergenza, non hanno saputo dare alcun tipo di risposta, se non l’indifferenza. Negli ultimi trent’anni la sanità pubblica è stata smantellata, nel 1980 c’erano 900 posti letto ogni 100 mila abitanti, scesi a 250 nel 2013, oggi il livello è drammatico a poche decine, sono 70 mila i posti letto tagliati negli ultimi 10 anni. Tuttavia se di fronte a questa pesante situazione il paese non è collassato, lo si deve proprio alla sanità pubblica ed al personale in essa in servizio.

Oggi a qualche “smemorato” torna la memoria e tesse le lodi della sanità pubblica semplicemente per esclusivo tornaconto. Ci dicono che i soldi non ci sono, eppure si spendono 100 milioni al giorno per gli armamenti, per le “missioni di pace” per conto della Nato in ogni angolo del pianeta e poi basta un grave virus influenzale per accorgersi che la salute di un paese non la si tutela con le 20 testate nucleari nella base Nato di Ghedi, 150 km da Reggio Emilia, ma investendo quei soldi nella sanità pubblica e che oggi mancano. E che mancano perché “ce lo chiede l’Europa”. Solo invertendo completamente queste politiche, solo mettendo al bando una volta per tutte le politiche anti sociali dell’Unione europea, sarà possibile guardare con sicurezza al futuro dei nostri concittadini, o dovremo aspettare un altro coronavirus?!

Alessandro Fontanesi, Reggio Emilia