Coronavirus e no profit, Amico (ER Coraggiosa): “Volontariato non significa assenza di economia”

“Socialità, ricreazione e cultura diffusa sono tra i temi maggiormente messi in discussione dall’avvento dell’epidemia di coronavirus. Ambiti in cui opera oltre il 60% delle organizzazioni italiane del Terzo settore. Le azioni e il protagonismo di questi soggetti si attuano attraverso l’accesso alla cultura, la ricreazione, la partecipazione democratica, la solidarietà sociale, le attività educative, l’operatività progettuale. Specificità che da sempre rendono ricca e solida la varietà di questo mondo, che si pone come alternativo tra lo Stato e il Mercato.

Il cosiddetto “lockdown” ha colpito l’intero comparto, che oggi si trova in uno stato di difficoltà estrema. Non siamo in grado di prevedere in che tempi si potrà tornare a uno stato di normalità – certi che il “dopo” non potrà essere semplicemente una replica del “prima” – ma dobbiamo prendere coscienza dell’impatto di questa situazione sull’intero Terzo settore, nello specifico sulla sua parte associazionistica, mutualistica, ricreativa e culturale. Il tessuto associativo subirà pesantissimi contraccolpi, rischiando di impoverire la ricchezza sociale del nostro territorio.

La sospensione delle attività aggregative non ferma la capacità di azione immediata e capillare del volontariato. In queste settimane tantissimi sono attivi per sostenere chi nell’emergenza rischia di più ed è più debole – dalla consegna di beni alimentari e farmaci al supporto psicologico – o per promuovere azioni e progetti culturali a distanza. Quando sarà ora di ricostruire ciò che l’epidemia ha distrutto, all’associazionismo spetta un compito centrale, perché lo scambio sociale e la condivisione dal basso coincideranno con la “sopravvivenza” di molti. Tutelare e sostenere il terzo settore dev’essere una priorità.

Per questo servono provvedimenti che, oltre a supportare il comparto economico, sostengano il tessuto sociale attraverso misure eccezionali rivolte a una società profondamente cambiata. Volontariato non significa assenza di economia. Come per le attività produttive, l’accesso al credito agevolato può essere esteso anche ai soggetti di Terzo settore. Ciò consentirebbe loro di dotarsi di beni strumentali in maniera semplificata come – a livello esemplificativo ma non esaustivo – mezzi di trasporto per svolgere delle attività.

Oltre a questo, ci sono soluzioni concrete che potrebbero essere di grande aiuto, come per esempio la sospensione dei canoni di concessione e d’affitto per gli enti del terzo settore che operano in sedi di proprietà pubblica, estendendo a tutto il comparto l’articolo 95 del decreto “Cura Italia” e prolungandone gli effetti fino a fine luglio anziché al 31 maggio. Un’ulteriore proposta potrebbe riguardare le risoluzioni anticipate, i recessi e le eventuali messe in mora dei canoni di locazione, anche quelli legati da convenzione. Così come per la sospensione dei procedimenti amministrativi, si tratterebbe di fatto di congelare il contratto ed eventualmente la previsione di recuperare i canoni non riscossi dai proprietari in forma rateale.

Federico Amico

Infine, si potrebbe agire sugli oneri di rete delle utenze, che per la maggior parte sono costituiti da imposte e tasse. Per il periodo di emergenza potrebbero essere ridotti il più possibile per alleggerire le bollette, che di fatto si dimezzerebbero, lasciando chiaramente intatto il costo energetico, ovviamente prevedendo anche la sospensione di more e distacchi”.

Federico Amico (Consigliere regionale Emilia-Romagna Coraggiosa)