Consulta per la legalità, il prefetto Rolli: “Più sensibilità nel percepire le infiltrazioni della criminalità organizzata”

www.nextstopreggio.it

Il Prefetto di Reggio Emilia, Iolanda Rolli

«Acquisire maggiore sensibilità per percepire le infiltrazioni della criminalità organizzata e per segnalare alle autorità competenti ogni possibile sintomo di quel fenomeno»: è questo l’invito rivolto dal prefetto, Iolanda Rolli, ai membri della cabina di regia della consulta per la legalità, ricevuti ieri pomeriggio nel palazzo del governo insieme al procuratore, Calogero Gaetano Paci.

Erano presenti il sindaco, Luca Vecchi, l’assessore alla legalità, Nicola Tria, il direttore generale di Unindustria, Vanes Fontana, il direttore generale di CNA, Azio Sessi, il presidente di Confcommercio, Davide Massarini, il presidente di Legacoop, Edwin Ferrari, il delegato di Confcooperative, Mauro Ponzi, il segretario provinciale della CGIL, Cristian Sesena, il segretario organizzativo della CISL Emilia centrale, Domenico Chiatto, il fondatore di Cortocircuito, Elia Minari, e il presidente di Libera Reggio Emilia, Giovanni Mattia.

«Dopo gli sviluppi del processo Aemilia – ha detto in apertura il sindaco – stiamo attraversando una nuova fase rispetto al contrasto della criminalità organizzata, caratterizzata dal prezioso e fondamentale lavoro della prefettura che attraverso numerose interdittive sta mantenendo una altissima intensità di contrasto al fenomeno delle infiltrazioni. L’azione congiunta delle interdittive e l’applicazione dei protocolli di legalità sottoscritti con i comuni sta generando effetti significativi sull’economia ed edilizia privata. Abbiamo quindi chiesto un incontro al prefetto per orientare le iniziative della consulta e le azioni assunte da tutti i suoi membri affinché siano quanto più utili alle attività delle autorità istituzionalmente preposte alla prevenzione e repressione delle infiltrazioni mafiose. Siamo anche convinti che la consulta debba continuare ad essere luogo di confronto pubblico, di collaborazione pubblico-privato e di consolidamento della cooperazione interistituzionale».

Tanti i temi toccati nella riunione, tra cui l’utilizzo dei numerosi beni confiscati alla criminalità organizzata, l’organizzazione di iniziative di formazione e sensibilizzazione sull’antimafia, e l’esigenza di dare compiuta attuazione, anche a livello degli enti locali, dei protocolli di legalità stipulati con la prefettura. I membri della consulta, poi, hanno evidenziato una serie di settori su cui occorre tenere alta la soglia dell’attenzione perché più esposti di altri all’ingresso di capitali di dubbia provenienza, tra cui l’edilizia, l’agro-alimentare, il socio-sanitario e quello della logistica.

«Alla luce di quanto emerso dai membri del tavolo – ha rilevato il procuratore – è fondamentale far pervenire ogni tipo di segnalazione alle autorità competenti, di modo che possano attivarsi per evitare che il settore venga contaminato dalla criminalità organizzata, preservando l’economia del territorio. In questo senso, bisogna valorizzare la virtuosità delle relazioni tra istituzioni, attori economici e associazionismo che caratterizza la realtà reggiana anche nell’ottica della prevenzione alle infiltrazioni mafiose: sarebbe opportuno, quindi, che la consulta si configurasse come un luogo dove condividere queste problematiche, metterle a fattor comune e canalizzare le informazioni alle forze di polizia».

«Le parti sociali e la società civile – ha aggiunto il prefetto – vivendo quotidianamente le dinamiche socio-economiche del territorio, ne hanno una conoscenza approfondita, e quindi possono accorgersi tempestivamente di anomalie del sistema dovute a elementi di illegalità, che devono essere subito segnalate alle autorità competenti. Tale impegno, d’altronde, è simile a quello che abbiamo richiesto ai sindaci, altri presidi di legalità dei propri territori: come si sono sviluppate positive sinergie con gli amministratori locali, con i quali c’è un costante e proficuo scambio di informazioni, basato sulla fiducia reciproca, sulla stessa base devono instaurarsi i rapporti tra le istituzioni e gli attori socio-economici della provincia, che sono i primi a voler garantire, e vedere garantita, la legalità dei settori in cui agiscono».