Confcooperative: il lavoro e i servizi per riabilitare la montagna

“Abbiamo assistito anche in questi anni ad una straordinaria concentrazione di residenze, opportunità d’impresa e di lavoro, di servizi tanto scolastici quanto sanitari sul comune capoluogo; assecondare questo percorso – che ha sottratto opportunità ad altre aree del territorio, relegandole in posizioni marginali o cambiandone completamente la vocazione – significherebbe condannare la montagna al rischio di diventare l’area del tempo libero e dello svago destinato ad altri, ma non ai suoi residenti, condannati a diminuire”.

E’ questo uno dei passaggi centrali della relazione del presidente di Confcooperative, Matteo Caramaschi, al convegno “Imprese, persone, comunità: la cooperazione per l’Appennino”. che la centrale cooperativa ha tenuto all’Onda della Pietra di Castelnovo ne’ Monti e nel corso del quale ha presentato un nuovo piano per lo sviluppo dell’Appennino. 

Un invito esplicito, quello di Confcooperative, ad un riequilibrio di uno sviluppo territoriale che ha generato concentrazioni e conseguenti criticità (l’inquinamento, la mobilità), ripensando alle aree montane in tutti i loro fattori di competitività (dall’agroalimentare d’eccellenza al commercio, al turismo, all’artigianato) e, soprattutto, all’interno di un più ampio contesto che richiede che questi luoghi siano competitivi, abitati, presidiati e accuditi”. 

Tema centrale, allora, è il ritorno o l’arrivo di nuovi abitanti, che in primo piano pone la questione del lavoro e dei servizi. 
“La programmazione dei servizi ai residenti – ha detto al proposito Caramaschi – non può semplicemente prendere atto del numero dei fruitori, ma deve investire sulla loro possibile crescita, e così vale per le infrastrutture materiali e immateriali e per tutte le aree in cui si possono insediare imprese, laboratori, strutture di servizio alle imprese e enti di ricerca la cui attività è ben compatibile con le caratteristiche di questo territorio”. 

Nove, poi, i punti del programma di lavoro di Confcooperative sui quali, dopo il saluto del sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Enrico Bini, si sono alternate le voci del direttore di Confcooperative, Giovanni Teneggi, di Erika Farina (Briganti di Cerreto) e Luca Zannoni (latteria Casale di Bismantova). 
In particolare, il piano parla dei servizi come leva di cambiamento (e di inversione dei dati demografici), di nuovi investimenti necessari sulla cultura, di ascolto e attrattività dei giovani, di infrastrutture e attività ecosistemiche (con particolare riferimento al presidio dei servizi nei paesi, alle diverse risorse legate al bosco e all’agricoltura e al paesaggio), di valorizzazione dell’agroalimentare, di presidi socio-sanitari, accoglienza turistica e lavoro, con accenti sugli appalti pubblici e privati (dando fiducia alle aziende locali), filiere produttive e reti di collaborazione tra imprese. 
Su questi temi – ha sottolineato il direttore di Confcooperative, Giovanni Teneggi – il lavoro proseguirà con l’attivazione di una serie di confronti capillari che attiveranno comunità locali e imprese. 

Molto apprezzati, nel corso dei lavori, la testimonianza dell’imprenditore ramisetano Enrico Baisi e il video sulla montagna reggiana presentato da Jerry Can, il laboratorio creativo che coinvolge diversi giovani della montagna attivato dall’Unione dei comuni montani e gestito dalla cooperativa sociale Papa Giovanni XXIII. 
Molto ricco il dibattito, con interventi, tra gli altri, del Sindaco di Vetto, Fabio Ruffini, dell’assessore alla cultura e vicesindaco di Castelnovo ne’ Monti, Emanuele Ferrari, di Nadia Vassallo (presidente della delegazione montana di Confcommercio), Sara Manfredini (Legacoop) e Giovanni Campani (presidente del Consorzio volontario forestale alta Val Secchia). 

g.b.