Caso Palamara: il giudice reggiano Morlini smentisce tutto e il suo legale chiede il proscioglimento

Gianluigi Morlini

Il giudice reggiano 52enne Gianluigi Morlini, sottoposto a processo disciplinare davanti al Csm, a seguito dallo scandalo noto come “caso Palamara” sulle nomine pilotate nei tribunali, ha reso dichiarazioni spontanee dichiarazioni, in vista della sentenza prevista per il 14 settembre.

Morlini, insieme ad altri ex consiglieri fu accusato di aver discusso della nomina del procuratore di Roma, con soggetti estranei alle funzioni e alle attività consiliari e di aver accettato il contributo durante un incontro che si svolse il 9 maggio del 2019 in un hotel di Roma alla presenza dell’allora leader di Unicost Luca Palamara e i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri.

La Procura generale della Cassazione ha chiesto nei confronti di Morlini la sospensione per due anni dalle funzioni giudiziarie, in considerazione del ruolo che ricopriva all’epoca di quell’incontro, ovvero quello di presidente della Quinta Commissione per gli incarichi direttivi.

“Non ci fu alcun recepimento di richieste e suggerimenti da parte di terzi -ha dichiarato Morlini-. Tutte le decisioni che ho assunto sulla nomina di Roma e sulle altre nomine le ho prese io, dopo averne parlato con i componenti del gruppo di Unicost. Non c’è stato quindi nessun doppio gioco, nessuna finta”.

Secondo il suo legale Vittore Manes, Morlini partecipò a quell’incontro ignorando che ci sarebbero state persone estranee al Csm: “Morlini non ha partecipato né come burattino né come burattinaio al risiko delle nomine”, ha evidenziato il legale chiedendone il proscioglimento.

nsr