Arrestato a fine febbraio per il possesso di oltre mezzo chilo di cocaina aveva ottenuto, il successivo mese di aprile, i domiciliari presso la sua abitazione di Gualtieri.

Un provvedimento che di fatto gli ha impedito di continuare l’illecita attività, “presa in carico” in prima persona dalla compagna convivente. A scoprirlo i carabinieri della stazione di Gualtieri e del nucleo operativo della compagnia di Guastalla che, nella tarda serata di ieri, al culmine di un apposito servizio antidroga, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti hanno arrestato una casalinga 35enne napoletana abitante a Gualtieri, ristretta al termine delle formalità di rito presso il competente carcere a disposizione della Procura reggiana titolare dell’inchiesta.

L’attività condotta dai carabinieri reggiani ha portato al sequestro di circa 10.000 euro in contanti ritenuti provento dell’illecita attività nonché oltre un etto di cocaina e circa uno di hascisc, detenuti ai fini di spaccio. Stupefacente, sequestrato unitamente a sostanza da taglio, materiale per il confezionamento e bilancino, rinvenuto in parte in disponibilità della donna fermata in un parcheggio con un cliente e in parte nell’abitazione di sua residenza condivisa con il compagno e due figli minori.

L’origine dei fatti ieri sera poco dopo le 21,30 quando la donna veniva fermata all’interno della sua auto in un parcheggio di Guastalla dove era salito un ragazzo, rivelatosi poi suo cliente abituale. Gli esiti dei controlli portavano ad accertare il possesso in disponibilità della donna di una dozzina di dosi di cocaina, abilmente occultate all’interno di pacchetti di caramelle, e di 3 dosi di hascisc posti in un pacchetto di sigarette. In altro contenitore circa400 euro in contanti ritenuti provento dello spaccio. Dalla strada alla casa il passo è stato breve dove i carabinieri davano corso ad una minuziosa perquisizione locale che portava ad ulteriore rinvenimento di oltre 100 grammi di cocaina mezzo etto di hascisc sequestrati unitamente a materiale per il confezionamento e approntamento delle dosi e danaro contante per circa 10.000 euro.

La donna che si è assunta ogni responsabilità sull’illecita attività è stata quindi arrestata e associata al carcere. Nel corso degli accertamenti è emerso che la tecnica di spaccio era sopraffina. Gli ordini correvano su whatsapp grazie a due utenze in disponibilità della donna dove si usava un linguaggio gergale criptato che serviva alla donna per organizzare e curare le consegne.