Da qualche giorno, anche sulle gazzelle della Compagnia Radiomobile di Guastalla fa servizio personale femminile. È la prima donna carabiniere che presta servizio ad un’Aliquota Radiomobile nella provincia di Reggio Emilia.
La “Radiomobile” è un’articolazione dell’Arma dei Carabinieri che garantisce la costante presenza e vigilanza dell’Arma sul territorio, avendo tra i suoi principali compiti quello di assicurare il primo e pronto intervento per le richieste dei cittadini. I militari in servizio in questi Reparti sono accuratamente selezionati.
Dopo aver superato il corso di guida sicura d’emergenza, il Carabiniere Giorgia Desideri è stata trasferita dal Comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna Generale Massimo Zuccher a Guastalla.
Il Carabiniere Desideri, originaria del Lazio, dopo aver frequentato il corso di formazione presso la Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, ha svolto il proprio servizio nella Stazione Carabinieri di Guastalla, dove ha maturato quell’esperienza e conoscenza del territorio, necessarie per il trasferimento all’Aliquota Radiomobile.
Le congratulazioni per il superamento del corso e un augurio di un buon lavoro nel nuovo incarico le sono stati formulati dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia, Colonnello Andrea Milani e dal Comandante della Compagnia di Guastalla Capitano Roberto Iandiorio.
“E’ importante avere la presenza di personale femminile qualificato anche nell’ambito di questi peculiari Reparti dell’organizzazione territoriale dell’Arma dei Carabinieri – dichiara il Colonnello Andrea Milani – caratterizzati da flessibilità, ampia possibilità di movimento e un’elevata capacità di manovra, con mezzi e militari addestrati nel fronteggiare e risolvere le diverse situazioni relative all’ordine e alla sicurezza pubblica del territorio, attraverso una vigilanza dinamica e un’immediata e adeguata capacità di intervento”.
“Avere carabinieri donna anche in questi dispositivi costituisce sicuramente un valore aggiunto in termini di professionalità, sensibilità e diretta empatia con le vittime, soprattutto se prendiamo in considerazione – conclude Milani – i numerosi interventi correlati alla violenza di genere, o quelli che vedono comunque coinvolti soggetti deboli, per i quali il primo contatto con il personale dell’Arma rappresenta un determinante momento di rassicurazione, di riconoscimento emotivo e di ascolto”.
